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Fud Bottega Sicula

piazza Olivella 4/5 - 90133 Palermo

La piazzetta tra via Roma e il teatro Massimo è al centro di un dedalo di vicoli con alta concentrazione di ristoranti, trattorie, bistrot affiancati senza soluzione di continuità. Si differenzia, Ancor più meritevole, questo Fud Bottega Sicula, una vera e propria stella, originale e accogliente. L’idea ha illuminato un intraprendente sommelier catanese, Andrea Graziano, in società con i palermitani Claudio Biga e Gianluca Cigna impegnati anche in una pizzeria di successo. Dopo l’apertura a Catania, arriva a Palermo nel 2015, bis a Catania con un locale di assaggi gustosi e cocktail, raddoppio anche a Palermo con l’estivo Fud Bocs al Nautoscopio, già leggendario ritrovo per musica, cibi e super bere; infine lo sbarco sul Naviglio a Milano. Che dire di più? Beh, ogni locale ha storia a sè. Anche se il mud li accomuna. E, come direbbe Il maestro Veronelli, sciapó (giù il cappello) al Graziani. Questi, probabilmente annoiato dallo straboccare dell’anglo-italiano sempre più diffuso, ha rivoltato la frittata inventando un divertente vocabolario ital-inglisc (fudese?) per raccontare i piatti del menu anche sulle lavagne e sui tazebao (grandi illustrazioni a parete come nella rivoluzione culturale cinese).

Qui in piazza Olivella è direttrice Antonella Pitarresi, rinomata conoscenza della ristorazione palermitana, responsabili Gabriele Cardella e Laura Basile tutti sorridenti e competenti, in cucina Ilenia e Matteo. La posizione è invidiabile, di fronte alla barocca chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella e al museo Archeologico Salinas che ne era il convento. Non perdetelo. Aggiungo una curiosità: in via Roma svetta il colonnato del poderoso Palazzo delle Poste, progettato da Tommaso Marinetti e artisti Futuristi negli anni ‘30. Idee chiare e controcorrente, avevano condannato l’italica pastasciutta considerata inidonea alla nostre ambizioni. Sono certo che avrebbero apprezzato veri macc questo Fud. E noi, superato il dehor ombroso, entriamo nella prima sala dominata dal bancone su cui si appoggia una lunga mensola apparecchiata come sulla parete di fronte. Sono i gastro-rifugi dei solitari, poco inclini a chiacchiere post pranzo. In fondo, la finestra dei cuochi, della serie: “Vedete, senza trucchi né segreti”.

La sala accanto, enorme, svela l’origine di centenario magazzino, con il soffitto altissimo e legno a vista, le pareti di antica pietra (ma quella rifatta in cemento stona un poco). Anche in questo ambiente dominano gli scaffali con bottiglie di vino e bevande, i vasetti delle specialità agricole a marchio della Casa. L’effetto a vista potrebbe essere dispersivo, ma lo spaesato ospite è soccorso dalle decorazioni multiformi alle pareti, anzitutto la trama delle milleluci appoggiate alle pareti. (Queste gocce luminose multicolori erano tese sui muri delle case di campagna o tra gli alberi nelle arrangiate balere anni ‘50, nel centro Italia.) Aggiungi la colorata parete che illustra buona parte del menu con disegni a fumetto realizzati con maestria da un ragazzo di sala. E ancora tazebao a parete intera con l’altra parte del menu in divertente lingua ital-inglisc. Immaginando il Fud (che non ho visto) approdato a Milano, ricordo l’allegria incontenibile che ci estasiava (ann ‘60) passeggiando al Luna Park delle Varesine, proprio dove ora svettano i nuovi grattacieli, e all’Idroscalo, duecento metri dall’attuale Palazzo Mondadori, spettacolare sogno di Nimehiri.

La stessa innocente allegria si prova sia Fud Bocs del Nautoscopio sia all’Olivella. Merito anche del servizio in cucina e in sala, simpatici giovanotti e ragazze simili, per competenza e ospitalità, ai loro antenati che si affacciavano agli stend dei Parchi Giochi milanesi.

(Vedi anche Fud Bocs)

Approfondimenti:

Fud Bottega Sicula - Cibi e vini


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