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Deborah Kerr, l'affascinate lady scozzese

A dieci anni dalla sua scomparsa
di Pierfranco Bianchetti

Bella, elegante, raffinata, l’indimenticabile interprete di Da qui all’eternità, Deborah Kerr, il cui vero nome è Deborah J. Kern- Trimmer, nasce in Scozia a Helensburgh il 30 settembre 1921, figlia di un capitano dell’esercito. Studia danza classica e a diciassette anni fa il suo esordio nel corpo di ballo di un teatro di Londra nello spettacolo Prometeo. Ben presto anche per la statura alta si dedica alla sua vera passione, la recitazione. Dopo il suo esordio sul palco del West End di Londra nel 1943 con la commedia Heartbreak House dove interpreta Ellie Dunn, durante la guerra si esibisce per le truppe britanniche in Francia, Belgio e Olanda.

Nel ‘40 il cinema gli offre una parte minore in Contrabbando di Michael Powell cui seguono Il maggiore Barbara, Love on the Dole e ancora sotto la direzione di Powell (che s’innamora di lei ricambiato) tre pellicole girate in uno splendido technicolor: Duello a Berlino, 1943, in cui è una bella inglese che vive in Germania; Agente segreto, 1946 nei panni di una brillante ragazza irlandese e Narciso nero nel personaggio di una suora. Tre ruoli sentimentali che confermano la sua figura di attrice dal portamento nobile. Chiuso il suo legame con Powell parte per Hollywood dove la MGM l’ha messa sotto contratto come protagonista in diverse produzioni: Il prigioniero di Zenda di Richard Thorpe nel quale recita la parte della principessa Flavia ; Le miniere di re Salomone di C. Bennett e A. Marton in cui è Elizabeth Curtis, una signora borghese e Giulio Cesare di Joseph L. Mankiewicz, nel personaggio della nobildonna Porzia. Nel 1953 sostituisce Joan Crawford nel ruolo dell’adultera moglie di un capitano dell’esercito che s’innamora del rude sergente Burt Lancaster in Da qui all’eternità, film di Fred Zinnemann che rappresenta la sua ascesa definitiva nel firmamento delle star hollywoodiane. La sequenza della spiaggia nella quale avvinghiata a Burt Lancaster si fa baciare accarezzata dalle onde del mare farà sognare milioni di spettatori maschi rimanendo impressa nella memoria cinematografica.

Deborah è poi protagonista di Il re ed io di Walter Lang e Tè e simpatia di Vincent Minnelli, entrambi del 1956 e nel ’57 di L’ anima e la carne di John Huston ancora nei panni di una suora con Robert Mitchum in quelli di un burbero marine e di Un amore splendido con Cary Grant dove è un’ex cantante che s’innamora di un ricco scapolo. Il loro appuntamento mancato all’Empire State Building di New York riempirà i fazzoletti di milioni di spettatori. Nel ’58 è una signora elegante promessa sposa del vedovo libertino David Niven e osteggiata dall’ambigua figlia dell’uomo interpretata da Jean Seberg in Buongiorno tristezza! di Otto Preminger. Deborah nel ’60 è in Australia sempre con Robert Mitchum per I nomadi (i due avranno anche una relazione amorosa) e nello stesso anno interpreta una commedia di grandissimo successo, L’ erba del vicino è sempre più verde. Lei è perfetta nei panni di un’aristocratica inglese sposata con il nobile decaduto Cary Grant che s’invaghisce del milionario americano Robert Mitchum. Candidata sei volte all’Oscar come migliore protagonista solo nel 1993 è premiata con l’Oscar alla carriera. Nel 1969 si ritira dalle scene e con il suo secondo marito, lo scrittore e sceneggiatore Peter Viertel, si trasferisce in Svizzera. Nel 1985 ritorna sul set per un’ultima volta in Il giardino indiano diretta da Mary McMurray prima del definitivo e sereno pensionamento. Ammalata gravemente da diversi anni si spegne il 16 ottobre 2007 a Suffolk in Gran Bretagna a ottantasei anni. Deborah Kerr affascinante lady dello schermo si è contraddistinta anche per la sua modestia: “Io sono come una bella mucca del Jersey; ho la stessa espressione triste negli occhi”.