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Le origini del negozio Schillaci

Quando mia madre o i miei zii parlano dell’attività di famiglia con i clienti spesso alludono al fatto che il negozio sia aperto da ben 4 generazioni. Spesso mi sono chiesto il momento in cui il mio bisnonno abbia per primo deciso di affacciarsi al mondo del commercio alimentare. Allora mi raccontano che Francesco, il mio bisnonno, arrivato da tutt’altra parte della città, dal Capo, cresciuto nella culla di uno dei 3 mercati storici di Palermo, che ai tempi era un crocevia di commercianti che privi di mezzi a motore trasportavano le spezie più profumate e i frutti più colorati dei terreni limitrofi alla città, si stabilì a Mondello, che agli inizi del Novecento, come una crisalide, stava per spogliarsi del bozzolo di borgata di pescatori nella sua metamorfosi che l’avrebbe portata ad essere città giardino, luogo semiperiferico in cui le eccellenze dell’alta borghesia Palermitana trascorrevano le vacanze estive e ospitavano in residenze sfarzose i loro amici facoltosi che venivano da tutto il mondo e il tutto dietro una meravigliosa cornice in stile Liberty.
Tuttavia ciò non basta a ricreare per filo e per segno la reale storia di famiglia, perché la mancanza di evidenze fotografiche e racconti tramandati, lascia un alone di mistero sulle generazioni precedenti e il modo in cui realmente abbiano deciso di condividere con gli altri il cibo, elemento affascinante e considerato simbolo di cultura di un popolo.
Affamato di conoscenza e curiosità, strinsi lo sguardo e chiesi: “Quando? Quando di preciso fu aperto il primo negozio di famiglia?”
A mani aperte mia nonna mi spiegò che nonostante la voglia di scoprirlo, non si può stabilire l’esatto momento in cui il primo negozio nacque perché tra le generazioni prima della sua purtroppo c’era un alto tasso di analfabetismo e avrebbero dovuto rivolgersi a qualcuno che scrivesse per loro, inoltre le fotocamere a cavalletto avevano prezzi inaccessibili e le poche stampe fotografiche dell’epoca raffiguravano primi piani o immortalavano solo i momenti più importanti della vita; quindi la vita di tutti i giorni, quella vera, viva, andava perduta nel cassetto dei ricordi di chi non c'è più.

Spogliato da tutte le armi, ma non ancora arreso non potevo accettare che un’attività storica come la nostra, che mantiene la propria essenza per generazioni, risultasse priva di di entità natale, priva del momento in cui ha visto la luce per la prima volta. Purtroppo non ho avuto modo di conoscere Francesco, il mio bisnonno, tuttavia ho conosciuto, anche se per poco mio nonno, Ciccio, che negli anni sessanta decise di spostare l’attività sul lungomare, in una di quelle baracche che tutte insieme formavano il volto colorato di Mondello, che riusciva a creare uno spettacolo di frutti e colori e cuoceva le caldarroste più buone di città e in molti nel periodo autunnale facevano chilometri pur di assaggiarle. Con amore e dedizione, insieme alla famiglia e fortificato da valori come il rispetto, la famiglia e il lavoro, valori che oggi appaiono quasi come superflui ma continuano ad affascinare perché all’interno di tutti noi sappiamo che sono gli unici a valere realmente, giorno dopo giorno lavorò con dedizione per tramandarceli e fare in modo che li rispettassimo. Allora in famiglia abbiamo deciso che l’anno di nascita dell’attività avrebbe coinciso con quello di mio nonno, in segno di rispetto verso chi ci ha dato tanto col cuore, da vero padre, e grazie a ciò che ci ha insegnato riusciamo ancora a condividere gli stessi valori di rispetto, famiglia e lavoro .. dal 1926.

(Racconto del nipote Nico Montalto)

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