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La Parigi di Robert Doisneau

Dal 3 al 22 luglio all’Oberdan di Milano il documentario La lente delle meraviglie e sette capolavori del cinema dedicati alla Ville Lumiére

Le strade, le piazze, i bistrot, i bambini che giocano sui marciapiedi, la vita della gente umile e semplice della periferia parigina sono state i soggetti preferiti di Robert Doisneau. A questo “ritrattista della felicità umana” è dedicato il documentario La lente delle meraviglie, 2017, diretto da Clémentine Deroudille che attraverso immagini, testimonianze anche inedite racconta la vita di questo semplice ragazzo del popolo destinato a diventare uno dei maggiori fotografi del ‘900. Il documentario sarà proiettato allo Spazio Oberdan Fondazione Cineteca Italiana di Milano il 3, 4, 5, 7 e 9 luglio insieme alla rassegna cinematografica dedicata a Parigi fra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta che comprende sette capolavori diretti da tre maestri della Novelle Vague, Godard, Truffaut e Rivette e da Marcel Carné, uno degli esponenti della grande tradizione del cinema francese. Di Jean- Luc Godard si vedrà Due o tre cose che so di lei, 1966 (il 10 e 22 luglio), un saggio sociologico sull’alienazione della vita urbana, Fino all’ultimo respiro, 1960 (il 4 e il 18), ritratto dal montaggio rivoluzionario di un disordine generazionale votato alla sconfitta e Questa è la mia vita,1962 (l’8 e 16), un lucido studio della prostituzione capitalistica. Jacques Rivette è presente con Paris nous appartient, 1961, (il 5 e 14 luglio), un’opera monumentale nella quale il linguaggio cinematografico s’intreccia con il teatro, la fantasia e la realtà, mentre di François Truffaut non poteva mancare il suo capolavoro I 400 colpi, 1959 (il 6 e il 15), tenera e commovente rappresentazione dell’infanzia incompresa. Il ciclo propone ancora due film di Marcel Carné, Peccatori in blue jeans, 1958 (l’8 e il 13), film maltrattato dalla Nouvelle Vague ed esordio del giovanissimo Jean Paul Belmondo e Mentre Parigi dorme, 1946 (il 9 e 19 luglio), ultima pellicola della coppia Prévert- Carné e altro esordio davanti alla macchina da presa, quello di Yves Montand, che canta Les feuilles mortesscritta per l’occasione da Joseph Cosma.