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 Convegno a Morro d’Alba<br>
Vendemmia 2007, quale vino?
 

Convegno a Morro d’Alba
Vendemmia 2007, quale vino?

   
Ottobre 2007

Alberto Mazzoni ha tenuto un'interessante relazione sul settore viticolo italiano e internazionale, con conclusioni riferite al mercato nazionale e internazionale del Lacrima di Morro d’Alba.

Ecco alcuni passaggi significativi.
“Per conoscere il futuro del vino e delle aziende che hanno investito nella vigna dobbiamo fare alcune considerazioni sulla produzione; considerando il triennio 2004/2007, la produzione annua mondiale è di 300 milioni di ettolitri di cui 170 provengono dall’Unione Europea, quindi poco meno del 70 %.

In Italia la produzione attuale è di 51 milioni d’ettolitri e si registra una diminuzione dei vigneti coltivati, con maggior accentuazione nelle Marche. In più i vigneti sono vecchi e i costi di meccanizzazione, necessari per stare nel mercato, sono alti, le aziende sono piccole e i vigneti frazionati. Da noi la superficie aziendale media è di 1,7 ettari, in Francia di 7 ettari in Cile e Australia di 300.

Il 60% del vino italiano è rosso e rosato; fino al 2002 le vendite sono cresciute ma dal 2003 le esportazioni sono calate del 16% soprattutto a causa del vino sfuso; nel 2004 si è registrata una risalita fino agli incrementi del 2006 /07. Nei prossimi anni lo sviluppo si giocherà sull’incremento delle esportazioni poiché ormai il nostro mercato è saturo e le possibilità d’espansione sono all’estero.

Il vino è storia immagine e tradizione; i nostri grandi concorrenti come l’Australi e il Cile, non avendo questi vantaggi, hanno saputo impiantare centinaia di migliaia di ettari limitandosi a produrre un paio di etichette con vitigni internazionali.

In questo panorama il Lacrima di Morro d’Alba registra un crescente interesse del mercato e aumentano le aziende che lo producono; su 230 ettari si calcolano 50.000 ettolitri; la Doc riguarda 173 ettari con 10.000 ettolitri di vino certificato.
In sostanza aumenta la produzione di vino sfuso a scapito della Doc e come correttivo d’altri vini.

Il Lacrima Superiore avrebbe potuto essere un trampolino per arrivare alla Docg, ma se ne producono a fatica non più di 100.000 bottiglie. Ricordo che il vino a denominazione deve essere vinificato in zona, ma l’imbottigliamento può essere fatto fuori zona. Incentivando questa pratica si potrebbe far crescere la produzione con benefici per il territorio e per quanti hanno investito nella vigna.

In conclusione ricordo che è importante capire a quali fasce di marcato indirizzarsi e non puntare solo ad un unico segmento di mercato. I marchigiani sono famosi per produrre e per non sapere vendere; si vuole cercare di svegliare i produttori che non vogliono proiettarsi verso il futuro, dobbiamo eliminare del tutto il vino sfuso, imbottigliandolo come ci hanno insegnato in Toscana, perché dietro l’imbottigliamento c’è la tecnica economica.
La produzione del vino Lacrima deve avere un assetto imprenditoriale, deve diventare industria, si deve specializzare nella vendita.”

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