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Che L’ Argentino

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Chi era il Che? Un sognatore, un ingenuo, un medico, un condottiero valoroso, un rivoluzionario? Sono interrogativi che il film Che L’Argentino diretto da Steven Soderbergh (Erin Brokovich – Forte come la verità; Traffic) si pone, almeno nella prima parte, cui farà seguito una seconda, che forse ci aiuterà a capire e a sciogliere l’enigma della personalità di Ernesto Guevara, simbolo suo malgrado dopo il suo assassinio avvenuto nel 1967 in Bolivia, di libertà, di coraggio e d’avventure per intere generazioni di giovani non solo di sinistra.

Nato il 14 giugno 1928 a Rosario de la Fe in Argentina, Ernesto, figlio di un ingegnere civile e di una donna molto colta, è sofferente d’asma fin da bambino, ma ciò non gli impedisce di giocare a rugby, di divorare libri d’ogni genere e di appassionarsi, insieme ai suoi genitori, alle tragiche vicende della guerra civile spagnola combattuta tra il 1936 e il 1939.

Dopo la laurea in medicina e la specializzazione in malattie allergiche, il futuro rivoluzionario nel 1951 compie un viaggio a cavallo della mitica moto, una Norton 500 detta La Poderosa (vicenda ricostruita nel film Diari della motocicletta) con l’amico Alberto Granata attraverso l’America del Sud, prendendo coscienza così della miseria e delle sopraffazioni patite dalla povera gente in Cile, Venezuela, Colombia e Perù.

Quattro anni più tardi a Città del Messico, è il 9 luglio 1955, nel corso di una bella sera estiva trascorsa nell’accogliente casa della cubana Maria Atonia Sanchez, Guevara incontra per la prima volta Fidel Castro, un giovane avvocato e uomo d’azione dalla forte personalità. I due passano la notte sul balcone a discutere di politica, di rivoluzione, di lotta alle ingiustizie. È una sorta di colpo di fulmine tra i due uomini che decidono di imbarcarsi in un’impresa apparentemente folle.

Il 26 novembre 1956 Castro e Guevara detto il Che (nomignolo molto frequente in Argentina) con ottanta ribelli stipati in una nave quasi fatiscente, il Granma, partono per Cuba decisi a rovesciare il corrotto regime del dittatore Fulgencio Batista per costruire una nuova società fondata sull’uguaglianza.

Ernesto si rivela da subito, oltre che un ottimo medico, un abile stratega nella guerriglia e nel combattimento, marciando con i suoi uomini tra le montagne dell’Avana nella Sierra Maestra per più di due anni, tra continui scontri a fuoco con il nemico, non trascurando però il duro addestramento dei volontari consistente anche nella loro alfabetizzazione necessaria a formare una coscienza politica e sociale.

Battaglia dopo battaglia, i liberatori nel gennaio 1959 giungono finalmente all’Avana, mentre Batista è costretto a riparare all’estero. Alternando sequenze in bianco e nero del celebre discorso tenuto all’Onu nel 1964, con scene spettacolari di guerra dai toni documentaristici, il film di Soderbergh traccia un profilo cristallino, onesto e irreprensibile di colui che fu ministro dell’Industria a Cuba prima di imbarcarsi in nuove imprese rivoluzionarie.

Benicio Del Toro (Traffic; 21 grammi – Il peso dell’anima) è eccezionale nel ruolo di Che Guevara. Al suo fianco l’ottimo Demián Bichir interpreta con credibilità il Leader Maximo, una figura, però volutamente tenuta in ombra in questa prima parte della storia.

2008. Usa/ Francia / Spagna. Regia di Steven Soderbergh.
Con Benicio Del Toro, Demián Bichir, Elvira Mínguez, Santiago Cabrera.


Pierfranco Bianchetti
 
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