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State of play

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Cal McAffrey è un cronista di razza le cui inchieste sul The Washintong Globe sono molto temute ed apprezzate. Capelli lunghi, aria trasandata, un’automobile piena di cartacce e di lattine di birra, la musica country trasmessa a tutto volume, egli piomba sulla scena di uno dei tanti crimini che avvengono nella capitale statunitense e ottiene dagli sbirri, con i quali ha una confidenza particolare, informazioni riservate. Un giovane emarginato di colore è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco in una sperduta strada di periferia da un misterioso killer che ha anche ferito gravemente un involontario testimone del crimine.

Qualche ora più tardi Sonia Baker, bella ed intelligente assistente dell’ambizioso deputato Stephen Collins, presidente della Commissione incaricata di approvare le spese della Difesa, muore in metropolitana in un oscuro incidente. Cameron Lynne, direttrice del giornale, affida all’esperto McAffrey di seguire i due tragici fatti di sangue (si scopre presto che questi sono collegati tra loro), affiancato dalla giovane rampante Della Frye, reporter delle pagine web dello stesso The Washington Globe.

I due si trovano alle prese con un’intricata vicenda di corruzione politica e di scandali relativi all’appalto della difesa affidata a forze armate private, mentre l’assassino che ha ucciso precedentemente continua nella sua implacabile opera di morte per eliminare altri testimoni. Dopo numerosi colpi di scena la verità verrà a galla e la libera stampa democratica avrà il sopravvento sul malaffare e sui traffici poco puliti.

Ottimo thriller politico costruito secondo i canoni del classico cinema civile degli anni Settanta, The State of Play diretto con mano sicura da Kevin Macdonald (), sceneggiato da Matthew Michael Carnahan (Leoni per agnelli) e da Tony Gilroy (Michal Clayton), è tratto da una serie televisiva in sei puntate ideata da Paul Abbott e trasmessa con grande successo dalla BBC nel 2003.

Ritmo incalzante, personaggi credibili, battute sferzanti (un cartello appeso nel bar di Washington, dove fa colazione abitualmente il protagonista dice: “ Qui si fa credito solo a Bill Cosby”, il popolarissimo attore televisivo americano), il film di Macdonald schiera un cast stellare formato dalla brillante Helen Mirren Oscar per The Queen, nel ruolo della direttrice del quotidiano ( “ niente pausa spinello oggi” intima ad uno dei suoi collaboratori dall’aria troppo rilassata), Ben Affleck nei panni di Stephen Collins, il giovane deputato in ascesa, Robin Wright Penn, sua moglie Anne, Jeff Daniels, un potente senatore dall’ambigua reputazione e Rachel McAdams, la determinata Della Frye, reporter del glob del giornale. Una spanna sopra gli altri Russell Crowe nelle vesti del cronista segugio Cal McAffrey, con i suoi sguardi ammiccanti e con le sue fulminanti risposte al vetriolo, è semplicemente da Oscar.

State of Play, dopo aver sfiorato simpaticamente un tema particolarmente sentito nel mondo della carta stampata, la contrapposizione tra il reporter classico con la scrivania ingombra di carte e la giornalista on line tutta asettica e ordinata, si permette una citazione da L’ultima minaccia, film mitico sul quarto potere diretto da Richard Brooks nel 1952.

Humphrey Bogart, direttore di una testata liberal fa sentire al telefono ad un potente gangster locale le rotative già al lavoro, mentre stanno stampando il giornale nel quale saranno pubblicate le prove delle sue malefatte (“Questa è la stampa bellezza. E tu non ci puoi fare niente”).

Nel finale del film di Macdonald vediamo, infatti, l’articolo – scoop, destinato a far conoscere la verità dei fatti all’opinione pubblica impaginato dalle moderne attrezzature d’oggi e le copie del quotidiano caricate sui camion per la distribuzione. Ancora una volta la libera informazione vince contro il potere disonesto ed ambiguo. Forse non sarà proprio così, ma in un’epoca nella quale i grandi valori sono messi costantemente in difficoltà ci fa piacere crederlo ….

2009. Usa. Regia di Kevin Macdonald.
Con Russell Crowe, Ben Affleck, Robin Wright Penn, Helen Mirren, Rachel McAdams, Jeff Daniels.


Pierfranco Bianchetti
 
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