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CINEMA LETTERATURA – 4 FILM 4 SERATE (Milano)
Sesta Edizione

  INDICE DELLE RUBRICHE
Harold Pinter, messaggero d’amore
A cura di Pierfranco Bianchetti e Pier Giorgio Carizzoni
NOVEMBRE 2009 – tutti i martedì alle 18,30
BIBLIOTECA DI VIA OGLIO, 18 – Consiglio di Zona 4, Milano

Ingresso libero
PROGRAMMA
Martedì 3 novembre, ore 18,30
Messaggero d’amore ( Joseph Losey, 1971)

Martedì 10 novembre, ore 18,30
Il servo ( Joseph Losey, 1963)

Martedì 17 novembre, ore 18,30
La donna del tenente francese ( Karel Reisz, 1981)

Martedì 24 novembre, ore 18,30
Quiller memorandum ( Michael Anderson, 1966)


Organizzazione: Associazione Dioniso
Via del Torchio, 10 - 20123 Milano
02.72.00.41.00
www.associazioneculturaledioniso.it
assdioniso@tiscali.it

Harold Pinter, messaggero di vita
Drammaturgo, regista, attore, ma anche poeta, sceneggiatore, direttore di teatri, Harold Pinter, premio Nobel 2005, scomparso il giorno di Natale del 2008 a settantotto anni, ha certamente lasciato un’ impronta indelebile alla cultura del nostro tempo. Nato nel 1930 da una famiglia piccolo- borghese del quartiere londinese di Hackney, inizia la sua prestigiosa carriera artistica come attore iscrivendosi all’Accademia d’ arte drammatica senza però terminare gli studi.
Dopo una breve esperienza alla radio e la partecipazione ad un altro corso di recitazione, si impegna come attore professionista, anche se scopre presto il suo naturale talento di scrittore componendo racconti, poesie e nel 1957 il suo primo testo teatrale intitolato The Room (La stanza), composto in pochi giorni; una commedia claustrofobica che lo caratterizza già drammaturgo ispirato nella sua opera a Kafka e Samuel Beckett, di cui diviene grande amico ed estimatore. L’ ironia, l’assurdo, la minaccia, l’angoscia, il tradimento, sono temi ricorrenti del mondo pinteriano, mentre i suoi personaggi sono espressivi, pieni di vita, ma appaiono anche spaventati, intimiditi.

Pinter dà vita al teatro della minaccia, dove gli individui sono minacciati appunto costantemente dalla repressione, convinti invece d’essere liberi.
Nascono così Il compleanno, 1958; Il calapranzi e Il guardiano del 1960; Il ritorno a casa, 1965, testi che richiamano l’ attenzione della critica teatrale anche se non mancheranno i toni polemici d’alcuni suoi detrattori. La sua scrittura è riconoscibile per l’ asciuttezza e per la limpidità. In particolare il drammaturgo dal 1957 al 1963 è attratto fortemente dal tema della sottomissione umana al potere che si esprime in situazioni d’isolamento e di insicurezza.

Nei suoi lavori spesso le storie terminano in modi poco definiti rispetto alla classica concezione del teatro e delle sue regole non scritte. Nei suoi drammi, come in quelli di Beckett, i dialoghi e i silenzi appartengono ad un mondo claustrofobico (una stanza disadorna è al centro del palcoscenico), dove, però non manca un tono lieve d’umorismo. In pratica il lato comico farsesco e la tragica assurdità della vita sono miscelati tra loro sapientemente grazie ad una tecnica linguistica di prim’ordine.

Harold Pinter lo sceneggiatore
Accanto alla sua imponente attività di drammaturgo, lo scrittore londinese si mette in luce come sceneggiatore di romanzi altrui per il cinema. Il motivo è semplice. Pinter è un maestro anche nello scrivere per il mezzo filmico, che necessita di poco dialogo, ma di ambientazione, di recitazione e movimento degli attori, di un efficace commento musicale per definire le atmosfere. Il trasferimento su grande schermo della pagina di un libro richiede un’ abilità che è nelle corde dello scrittore. Egli inizia la sua nuova attività letteraria con Il guardiano, 1963, tratto da una sua pièce teatrale, ma la sua prima sceneggiatura non originale è sempre del 1963 e segna la nascita di un sodalizio artistico con il regista Joseph Losey, già autore ribelle segnalato negli anni Quaranta dalla famigerata Commissione McCarthy, inserito nelle liste nere degli indesiderati e costretto all’esilio in Europa, per i suoi film nei quali le differenze di classe sociale sono sempre sottolineate apertamente.

Ne Il servo, tratto dal romanzo omonimo di Robin Maugham, il rapporto tra l’oppressore e la vittima, rappresenta per Pinter il beffardo scambio delle parti di una società che si è illusa di aver soffocato i propri istinti, in un rovesciamento del potere di un contesto sociale borghese che si sta sfaldando. In quel periodo Losey è il precursore di tutta una schiera di cineasti stranieri che verranno a Londra a cercare una loro identificazione culturale ed esistenziale, dal polacco Roman Polanski (Repulsion, 1965 è il suo biglietto da visita), al nostro Michelangelo Antonioni, l’autore dell’insuperabile Blow –Up, 1967.

Il servo è la prima opera di una trilogia della coppia artistica Losey- Pinter, di cui fanno parte anche da L’incidente, 1967, elegante rappresentazione del mondo accademico di Oxford con le sue insoddisfazioni esistenziali e sentimentali (al centro della storia il triangolo amoroso tra Stephen, docente di filosofia, William un suo allievo e Anna una bella austriaca) e Messaggero d’ amore, Palma d’ oro al Festival di Cannes 1971, vicenda amorosa tra un uomo e una donna appartenenti a due classi sociali differenti vista con gli occhi innocenti di un ragazzino che apprende così le prime lezioni di vita.

Pinter nel 1966 si diverte anche a scrivere il copione per il cinema del romanzo di Adam Hall, The Berlin memorandum, cui sarà dato il titolo di Quiller memorandum; una storia di spie a Berlino che gli permette di giocare con un genere, quello spionistico, esploso all’epoca con il mito di James Bond e dei suoi numerosi imitatori.
Nel 1976 il drammaturgo affronta senza timore la trasposizione filmica del romanzo incompiuto di Francis Scott Fitzgerald, Gli ultimi fuochi, uno sguardo sul brutale mondo hollywoodiano, ispirato alla figura del mitico produttore Irving Thalberg, che sullo schermo avrà il volto di Robert De Niro diretto da Elia Kazan.

Nel 1981 Pinter scrive una delle sue più belle sceneggiature, La donna del tenente francese, per la regia di Karel Reisz, dal romanzo di John Fowles; protagonisti due attori di fama che devono girare un film in costume ambientato in epoca vittoriana sulla costa meridionale dell’ Inghilterra, travolti da vera passione durante le riprese.
Con Tradimenti, 1983 diretto da David Jones, il drammaturgo sceneggia un suo stesso testo teatrale, ribaltando la storia di un adulterio collocato nel raffinato mondo editoriale, raccontata a ritroso dalla fine della relazione fino al suo inizio. Un’ opera che secondo alcune fonti deriva da una sua esperienza personale, la nascita di un rapporto extraconiugale con la presentatrice televisiva Joan Bakewell.
Dopo Tartaruga ti amerò dal romanzo di Russell Hoban, regia di John Irvin nel 1985, originale incontro sentimentale tra un commesso di libreria e una scrittrice di libri per bambini animati dallo stesso desiderio di libertà, Harold Pinter mette mano al romanzo di Fred Uhlman, L’amico ritrovato, diretto per il grande schermo da Jerry Schatzberg, che descrive con intensa capacità narrativa la bella e franca amicizia nella Germania di Hitler, tra due compagni di liceo, l’ebreo Hans Strauss e il nobile Korandin von Lohenburg. Molti anni più tardi l’anziano Hans, emigrato a New York e divenuto un uomo d’affari di successo, torna nella sua ex patria alla ricerca dell’amico di gioventù, scoprendo un’amara verità. Von Lohenburg è stato giustiziato per aver preso parte al complotto contro Hitler del luglio 1944.

Harold Pinter, un intellettuale scomodo e polemico
Dopo aver lasciato nel 1977 la prima moglie Viviene Merchant, che aveva sposato nel 1956, per unirsi in matrimonio nel 1980 con Antonia Fraser, egli, uno dei più grandi scrittori di teatro della sua generazione, si è dedicato all’impegno politico a sinistra, soprattutto dagli anni Settanta, esprimendo focosamente le sue idee progressiste sui quotidiani britannici. Molto vibrata è stata la sua protesta contro l’intervento americano in Iraq, ma anche il suo appello lanciato pochi mesi prima di morire per individuare i responsabili dell’assassinio della giornalista Anna Politkovskaia, confermando ancora una volta il suo carattere incline alle polemiche, il suo essere uomo ed artista da sempre contro il potere, il suo temperamento non comune e la sua personalità lucida ed attenta alla realtà del mondo contemporaneo nel quale ha vissuto da vero protagonista.

I FILM DELLA RASSEGNA CINEMA LETTERATURA 2009

MESSAGGERO D’ AMORE ( The Go-Between)
REGIA DI JOSEPH LOSEY, SCENEGGIATURA DI HAROLD PINTER, DALLA NOVELLA DI LESLIE POLES HARTLEY CON JULIE CHRISTIE, ALAN BATES, MICHAEL REDGRAVE, DOMINIC GUARD
GRAN BRETAGNA, COLORE, 1971, 118 MIN.
Agli inizi del secolo scorso, il tredicenne Leo, un povero orfano, trascorre le vacanze in una sontuosa casa di campagna del Norfolk, ospite del suo compagno di scuola e amico Marcus, la cui sorella maggiore Marian, la sola a trattarlo gentilmente, diventa l’oggetto della sua smisurata infatuazione. Si trasforma così in messaggero recapitando delle lettere d’amore tra lei e il fattore Ted Burgess nel corso della loro relazione sentimentale tenuta segreta a causa dell’appartenenza a due classi sociali distinte ed incompatibili. Scoperti, sono costretti ad interrompere il loro legame e Marian sarà obbligata dalla famiglia a sposare il fidanzato ufficiale lord Trimingham, mentre la storia volgerà verso tragiche conseguenze.


IL SERVO ( The Servant)
REGIA DI JOSEPH LOSEY, SCENEGGIATURA DI HAROLD PINTER, DAL ROMANZO DI ROBIN MAUGHAM CON DIRK BOGARD, SARAH MILES, JAMES FOX
GRAN BRETAGNA, BIANCO E NERO, 117 MIN.

Tony Mountset, un aristocratico inglese torna a vivere a Londra dopo anni d’assenza vissuti in Kenja. Pigro e tradizionalista il giovane signore acquistata una grande casa si affida alle cure di un cameriere, Hugo Barrett dalle ottime referenze e dall’ apparenza impeccabile. Lentamente però il domestico esercita un’influenza totalizzante su Tony, attirandosi le antipatie della sua fidanzata Susan. Inoltre Barrett fa assumere anche Vera, una sua sedicente sorella, che diventa l’amante del padrone di casa. Il predominio psicologico del “ servo” sul padrone diventa insostenibile…


LA DONNA DEL TENENTE FRANCESE ( The French Lieutenant’s Woman)
REGIA DI KAREK REISZ, SCENEGGIATURA DI HAROLD PINTER DAL ROMANZO DI JOHN FOWLES, CON MERYL STREEP, JEREMY IRONS, LYNSEY BAXTER
GRAN BRETAGNA, COLORE, 1981, 123 MIN.

Due attori fama, l’ inglese Mike e l’ americana Anna, sono stati scelti come protagonisti di un film ambientato nel 1867 in epoca vittoriana che si gira nel Dorset sulla costa meridionale dell’ Inghilterra. La storia della pellicola è incentrata su Sarah Woodruff ritenuta da tutti l’ amante abbandonata di un tenente francese, che vaga sola per i boschi o sul molo in preda alla sua sofferenza sentimentale. Di lei si innamora Charles, un uomo prossimo al matrimonio con Ernestina, figlia di un commerciante benestante. Parallelamente alle riprese del film nasce una storia d’ amore tra i due interpreti. Le due vicende si intrecciano, ma terminano con un finale opposto. La realtà e la fantasia però sono in qualche modo destinate a confondersi…


QUILLER MEMORANDUM (The Quiller Memorandum)
REGIA DI MICHAEL ANDERSON, DAL ROMANZO THE BERLIN MEMORANDUM DI ADAM HALL, SCENEGGIATO DA HAROLD PINTER, CON GEORGE SEGAL, MAX VON SYDOW, SENTA BERGER.
GRAN BRETAGNA, COLORE, 1966, 105 MIN.

L’agente segreto Quiller arriva a Berlino per investigare su di una misteriosa organizzazione neonazista decisa a conquistare il potere e che non esita ad uccidere chiunque si metta sulla sua strada. Coraggiosamente, pur sapendo della morte del collega che l’ aveva preceduto, egli adotta una strategia del tutto originale. Si fa catturare e dopo aver subìto pressioni psicologiche anche a base di droghe, è liberato dai suoi rapitori che si limitano a seguirlo per scoprire per chi lavora. L’ agente, aiutato da Inge, una giovane maestra, riesce così ad individuare il covo dell’organizzazione, ma comincia a nutrire dubbi sul successo della sua missione…


Pierfranco Bianchetti
 
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