Com’è bella e cupa la Chicago del 1933; una città percorsa dai freddi venti che spirano dal vicino Canada , ma piena di vita, di cinema, di teatri, di bar e di ristoranti alla moda, nonostante la devastante crisi economica esplosa in America nell’autunno del 1929.
È in questo contesto che John Dillinger gangster fascinoso, temerario e spregiudicato, si gode la vita frequentando i lussuosi night club alla moda. Protagonista con la sua banda di spettacolari rapine ai treni e alle banche, diviene in breve tempo il pericolo numero d’America inseguito da vari mandati di cattura.

J. Edgar Hoover, direttore della nuova polizia federale FBI (funzionario molto ambizioso, che però intuisce la necessità della creazione di una struttura anticrimine in grado di operare oltre le leggi statali), mette sulle sue tracce Melvin Pulvis, un coraggioso e determinato agente che guida un’equipe di grintosi poliziotti dal grilletto facile pronti a freddare Dillinger e i suoi complici.

Il criminale, all’epoca trentunenne, ha appena trascorso otto anni di galera e la sua voglia di emergere nel mondo della malavita si manifesta attraverso i suoi colpi sanguinari e la sua indiscussa abilità nel trattare la stampa e la radio da navigato esperto di pubbliche relazioni. Le sue interviste infuocate rilasciate ai giornali di tutto il paese accrescono il suo mito di vendicatore della povera gente sul cinico potere bancario responsabile dell’indigenza nella quale sono piombati molti americani dopo il crollo di Wall Street.

La sua leggenda è ormai pari a quella di un divo di Hollywood.
Con i suoi larghi cappotti caldi ed eleganti e i suoi cappelli a falde larghe, egli con spavalderia continua a bazzicare cinema, ristoranti e locali notturni. In uno di questi conosce Billie Frechette , una bella guardarobiera, che diventerà la sua amante affettuosa e fedele. Fuggito ad una prima cattura dopo una furibonda sparatoria ingaggiata insieme ai suoi uomini contro gli agenti del FBI ancora dotati di scarsi mezzi operativi, è, però tradito da Anna Sage, una rumena ricattata dalla polizia che la tiene sotto la minaccia del rimpatrio forzato.

La sera del 22 luglio 1934 a Chicago all’uscita di un cinematografo, dove si proietta il film Le due strade, con Clark Gable che interpreta curiosamente proprio il ruolo di un gangster, Dillinger è freddato dall’agente Pulvis.
L’emozione è grande in tutta l’America. Per giorni molti cittadini di Chicago continueranno a prelevare il suo sangue da una pozza nella strada conservandolo come una preziosa reliquia.

Michael Mann (L’ultimo dei Mohicani; Insider – Dietro la verità; Alì; Collateral), solido regista insuperabile nelle sequenze d’azione e nelle sparatorie (la scena della rapina ad una banca di Los Angeles di Heat – La sfida, la pellicola che ha riunito per la prima volta Al Pacino e Robert De Niro, è d’antologia), realizza la diciottesima versione filmica dedicata alla vita e alla morte del criminale più famoso negli Usa insieme ad Al Capone.
La sua rappresentazione del Pericolo Numero Uno visto sotto una luce romantica quasi eroica è dettata anche dalla scelta del protagonista Johnny Depp, il bel tenebroso che conferisce al personaggio di Dillinger un fascino sinistro.

Il divo tra i più pagati del cinema americano d’oggi (La fabbrica di cioccolato; Il mistero di Sleepy Hollow; Chocolat) deve, però fare i conti con il bravo collega Christian Bale (L’uomo senza sonno; Il cavaliere oscuro), che nel ruolo del roccioso poliziotto Pulvis, riesce spesso a rubargli la scena, mentre la francese Marion Cotillard, già vincitrice dell’Oscar per La Vie en Rose, è la sua adorante donna Billie Frechette. Da sempre, si sa, il fascino del “balordo” fa breccia nei cuori femminili…

2009. Usa. Regia di Michael Mann.
Con Johnny Depp, Christina Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup.

Pierfranco Bianchetti

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