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Omar Henriksen, un trentenne norvegese biondo dal corpo disfatto dalle troppe birre, ex sciatore professionista e campione nella discesa libera, è ridotto da alcuni anni a svolgere l’alienante lavoro di guardiano di uno ski lift sulla montagna innevata e silenziosa. Un giorno riceve la visita non gradita di un amico, che quattro anni prima gli aveva soffiato la ragazza. Dopo uno scambio di cazzotti i due, scolandosi l’ennesima bottiglia, si scambiano qualche confidenza. Omar scopre così di avere un figlio di quattro anni avuto a sua insaputa dalla sua ex donna. I due, mamma e bambino, vivono al nord nella parte ancora più inospitale della Norvegia.

Jomar, in cura da tempo presso il centro psichiatrico locale, dopo aver dato alle fiamme la stazione di servizio, simbolo di un passato da dimenticare, carica poche cose sulla sua motoslitta insieme a cinque litri di alcol e parte per un viaggio durissimo tra tormente di neve e freddo polare.

È in questo percorso che il giovane, tra incubi e momenti di sconforto, cerca di rimettere insieme la sua travagliata esistenza, incontrando lungo la strada personaggi di varia umanità: la piccola Lotte, una ragazzina che vive con la nonna in una casetta lontana dal mondo civile e Ulrik, un altro giovane, anche lui solo tra le montagne innevate, che gli fa però capire quando è importante per lui raggiungere il figlio mai conosciuto.

Lasciata la motoslitta, il viaggio proseguirà per altri ottocento novanta chilometri con gli sci, tra vallate immense, boschi verdissimi e panorami mozzafiato fino al raggiungimento della sua agognata meta…

Diretto da Rune Denstad Langlo, già documentarista di valore, il film, premiato al 59° Festival di Berlino, al Tribeca Film Festival di New York , applaudito all’ultimo Torino Film Festival e distribuito dalla Sacher di Nanni Moretti, conferma la vitalità del cinema norvegese contemporaneo in grado di mettere a fuoco una realtà europea a noi sconosciuta.

Un modo nel quale la vita è complicata dal clima, dalla solitudine, dallo stile di vita (tutti fumano come turchi e bevono come spugne), in aperto contrasto con una natura prepotente e fascinosa.

Anders Baasmo Christiansen, attore molto affermato in Norvegia in cinema, teatro e televisione, conferisce al personaggio dolente ed infelice di Jomar un’umanità profonda ed autentica.

2008. Norvegia. Regia di Rune Denstad Langlo.
Con Anders Baasmo Christiansen, Kyrre Hellum, Marte Aunemo, Mads Sjogard Pettersen.


Pierfranco Bianchetti
 
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