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Aprile non è stagione di fragole

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In otto città della svizzera romanda a metà aprile è stata presentata la Piattaforma per un’agricoltura socialmente sostenibile.

Si sono organizzati incontri per metter in guardia il consumatore dal consumo di specialità agricole fuori stagione che i supermercati mettono in mostra con notevoli incrementi d’importazione e consumo.

In anticipo sulla stagione, sui banchi troviamo fragole dalla Spagna, fagioli dal Marocco, asparagi dal Perù, per fare qualche esempio. Si tratta di frutta e ortaggi poco gustosi e saporiti perché raccolti poco maturi per consentire il trasporto e il confezionamento.

Però i prezzi sono più bassi, grazie a pesanti costi sociali del paese di origine e a condizioni di lavoro disumane.


Sono prodotti, come le fragole dell’Andalusia in zone non vocate, con specie estere (in questo caso dalla California) che richiedono forti quantitativi di fertilizzanti e plastica per serra.

I difensori dell’agricoltura socialmente sostenibile suggeriscono d’ importare solo prodotti agricoli che provengono da lavoro corretto limitando quelle produzioni che si basano su condizioni di lavoro di disagio.

Naturalmente raccomandano di valorizzare la cultura dell’orto locale oltre alla carne, i salumi, i formaggi delle nostre campagne. Per questa tutela, in Cantone Ticino si è istituito il marchio di garanzia Ticino.
 
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