La famiglia Arnone (Piero Arnone nella foto) coltiva ulivi dai primi del ‘900 nella contrada Feotto di Misilmeri e a Portella di Mare; l’attività ininterrotta favorisce la miglior qualità. Si coltivano 500 piante, in terreni collinari di circa 7 ettari tra 150 e 800 s.l.m. La cultivar biancolilla non è stata apprezzata fino a che non si sono comprese e valorizzate le sue proprietà organolettiche da cui risulta un condimento delicato e dall’aroma leggermente fruttato. Sui terreni di famiglia si coltivano anche agrumi, fichi d’india, ortaggi, dai pomodori ai carciofi. La raccolta delle olive viene fatta a mano, da ottobre a dicembre, e si frangono in giornata al trappeto (torchio) con la tecnica detta a fuddio, in tempi ridotti per limitare l’ossidazione. Le piante si potano ogni anno tanto da renderle equilibrate come si nota dalle foto: i rami si allargano e i frutti accolgono più facilmente il sole anche da nord est e nelle ore fresche del mattino. I trattamenti si limitano alla naturalità di calcio e rame; si concima con pale di fichi d’india presenti in abbondanza sul terreno.
I terreni sono localizzati in due territori: a Misilmeri, contrada Feotto, in collina tra 150 e 800 metri s.l.m. e a Portella di mare, in vista del mare di Villabate, a tra 200 e 300 metri s.l.m. Qui si coltivano anche pregiate olive da tavola, di buon diametro, carnose, conservate in leggera salamoia. La località è nota anche per la scoperta, a pizzo Cannita, di due pregevoli sarcofaghi fenici che si distinguono per le coperture in forma umana; raccontano di ricchi scambi con l’Oriente e risalgono al IV –V sec. a.C. Sono visibili al Museo Archeologico Antonino Salinas di Palermo.

Vedi Olio extra vergine di oliva dalla Conca d’Oro Sicilia occidentale

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