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Lettere da Iwo Jima

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Anche i giapponesi hanno un’anima! Determinato a far conoscere l’altra faccia della medaglia, Clint Eastwood, dopo aver diretto Flags of Our Fathers, ha individuato nelle commoventi lettere che molti soldati nipponici scrissero ai loro cari prima di morire per l’Imperatore, il marchingegno narrativo in grado di interpretare nello spirito giusto la tragedia della seconda guerra mondiale vissuta nel Pacifico.


Sull’ isola di Iwo Jima, una desolata terra considerata l’ultimo baluardo del Sol Levante, nel febbraio 1945 le truppe statunitensi sbarcarono con un’imponenza di mezzi e di uomini impressionante, per domare, ma solo dopo quaranta giorni di duri e sanguinosi combattimenti ( 7000 i militari americani uccisi contro 20.000 del nemico), la resistenza degli avversari ormai destinati ad un’ingloriosa disfatta.
Clint Eastwood, regista sensibile e sempre più avviato ad un cinema di forte impatto civile ed umanistico ( un bel salto per lo sprezzante e rozzo ispettore Callaghan degli anni Settanta !), firma un’opera commovente sull’amaro destino di milioni di uomini, da una parte e dall’altra della barricata, costretti a sacrificare la loro vita per la feroce stupidità di chi pensò, in Germania e in Giappone, di conquistare il mondo.

Il film racconta attraverso le lettere ritrovate sepolte in una grotta le angosce, le paure, ma anche l’onore tradito secondo le spietate tradizioni giapponesi, degli sconfitti.
E lo fa con pagine di grandi emozioni come quella dell’uscita dalla caverna del soldato Saigo, un fornaio sposato e con una bambina appena nata, desideroso di rimanere in vita a tutti i costi. Il giovane militare nel buttare il secchio della spazzatura si trova di fronte ad uno spettacolo davvero inquietante: migliaia di navi americane pronte alla battaglia.

Usando una sorta di colore sfumato mischiato al bianco e nero, il regista californiano ci trasmette l’ansia e il terrore provato da tutti quelli che su quell’isola maledetta si trovarono forzatamente protagonisti della storia.
“ Temevo molto le reazioni dei veterani – ha ammesso Clint Eastwood -ma anche loro a distanza di sessantadue anni hanno amato il film”.

Forse perché i nemici di un tempo, i “musi gialli” delle vecchie pellicole di John Wayne ( Iwo Jima deserto di fuoco, 1949), non esistono più.
Oggi si è finalmente capito che non vi erano eroi, ma solo sopravvissuti.

2007. Usa. Regia di Clint Eastwood
Con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Shidou Nakamura


Pierfranco Bianchetti


 
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