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Il flauto magico

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“ Sono appena tornato dall’opera, piena come sempre….Ciò che mi dà più piacere è la silenziosa approvazione. Puoi vedere come quest’ opera stia diventando sempre più popolare.”
Così scriveva Mozart alla moglie Costanza il 7 – 8 ottobre 1791.
Il flauto magico, andato in scena qualche tempo prima, si rivelò originale e nuovo per il pubblico viennese, che scoprì una diversa forma di teatro musicale tedesco, un ispirato connubio d’intrattenimento popolare mischiato a quel teatro drammatico che era solamente considerato adatto ai gusti più raffinati della nobiltà e della corte.
Questo affascinante testo ha attratto in passato anche il cinema, con l’indimenticabile omonimo capolavoro diretto nel 1974 dal grande Ingmar Bergman e prodotto dalla televisione svedese, che ha ottenuto il tutto il mondo un grandissimo successo.

Riscritto per l’occasione da Stephen Fry e con l’ apporto produttivo della Peter Moores Foundation, Il flauto magico è stato offerto a Kenneth Branagh, attore- regista sempre pronto alle sfide più difficoltose, come le trasformazioni dei lavori di Shakespeare (Enrico V, Molto rumore per nulla, Hamlet).

L’ energia e la passione di Branagh hanno assicurato a questa nuova versione dell’opera, il potenziale per diventare una straordinaria esperienza cinematografica, visivamente spettacolare e nella quale il dramma e la commedia si fondano in un intreccio coinvolgente popolato da personaggi di forte spessore.
Ambientato nella Prima Guerra Mondiale, il film vede protagonista il principe Tamino, che intraprende un avventuroso viaggio alla ricerca dell’amore, della luce e della pace, armato solo del suo flauto magico, attraverso un mondo devastato dalle tenebre, dalla morte e dalla distruzione.
Una misteriosa quiete scende su di un paesaggio non ancora colpito dal conflitto, mentre Tamino attende con ansia l’ordine dell’attacco alle trincee nemiche. Nel caos del combattimento è trasportato in una realtà oscura, tra sogno e incubo, sfuggendo alla morte grazie all’ intervento di tre infermiere di campo.

Quando Papageno ( il responsabile dei canarini che erano utilizzati per scoprire la presenza di gas nelle trincee) irrompe in scena e si attribuisce il merito di averlo salvato, le Sorelle incaricano i due soldati di una missione molto pericolosa: devono aiutare Pamina, di cui è innamorato perdutamente Tamino, figlia della Regina della Notte, rapita da Sarastro, signore delle tenebre.

Quella che ne segue è un’ affascinante avventura musicale nella quale il destino dei due giovani innamorati potrebbe decidere la sorte di intere nazioni e quindi la vita di milioni di persone….
Utilizzando mezzi imponenti con un budget di ventisette milioni di dollari, Branagh, affiancato dal maestro James Colon, direttore della Chamber Orchestra of Europe e da un cast di giovani star dell’opera lirica, tra cui Joseph Kaiser, Benjamin Jay Davis e l’esordiente Amy Carson, realizza una pellicola in grado di soddisfare i melomani e coloro che adorano la sublime musica di Wolfgang Amadeus Mozart, ma delude il pubblico delle sale cinematografiche, confezionando un prodotto ibrido, incerto tra cinema e lirica.
Branagh, artista di grandi capacità, in quest’occasione deborda per troppa sicurezza e forse per un pizzico di presunzione. Essendo in ogni caso uno straordinario attore e regista si merita la nostra benevolenza, accompagnata da un accorato appello: il cinema al cinema. per favore…

2007. Gran Bretagna. Regia di Kenneth Branagh
Con Joseph Kaiser, Amy Carson, Benjamin Jay Davis, Silvia Moi, René Pape

Pierfranco Bianchetti
 
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