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La giusta distanza

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Giovanni, un diciottenne della profonda provincia veneta esperto d’informatica, aspira alla professione di giornalista. Nonostante la sua vita si svolga desolatamente in un piccolo paese di poche case alle foci del Po, il desiderio di raccontare da cronista la realtà che lo circonda è molto forte. Superando la timidezza, egli prende contatto con Bencivegna, il cinico ma abile direttore del giornale locale con sede nella vicina città, che dopo un primo momento di perplessità decide di metterlo alla prova come “osservatore” silenzioso e riservato del territorio, alla ricerca di notizie interessanti.

Un giorno la tranquillità del luogo è turbata dall’arrivo di un’affascinante maestra trentenne proveniente dalla Toscana, incaricata di sostituire nella piccola scuola elementare la vecchia insegnante uscita di senno.

Bella, indipendente ed affabile, Mara, che ha accettato la supplenza prima di partire per il Brasile con un progetto di cooperazione, scatena tra gli uomini del borgo desideri irrefrenabili.

Hassan, un meccanico tunisino stimato e rispettato dopo anni di duro e onesto lavoro; Amos, l’arricchito del paese sposato con una romena, ma sempre alla ricerca di facili conquiste e lo stesso Giovanni sono tra coloro che la desiderano maggiormente.

Sistematasi un po’ incautamente presso una casetta isolata nella campagna, la ragazza attratta invece dal giovane autista dell’autobus di linea già impegnato sentimentalmente, è spiata di notte da Hassan, ma anche da Giovanni entrato, grazie alla sua abilità informatica, nella sua posta elettronica per carpirne le confidenze e i segreti più intimi.

Imprevedibilmente tra Mara e Hassan in seguito nasce un rapporto sentimentale destinato a finire per l’anticipata partenza verso il Sudamerica della giovane, trovata poi assassinata nel fiume.

Per gli inquirenti non ci sono dubbi: Hassan è arrestato e condannato a quindici anni di carcere, benché si dichiari innocente. Quando l’immigrato si toglierà la vita per la disperazione, il giovane cronista, non convinto della sua colpevolezza, inizierà delle nuove indagini, nonostante il muro di gomma innalzato da tutti: dall’apatico avvocato difensore di Hassan, al direttore del giornale Bencivegna (“ devi tenere la giusta distanza –gli dice – un bravo giornalista non deve farsi coinvolgere emotivamente dai fatti che racconta !”) e soprattutto dal clima di discriminazione razziale che non tarda ad emergere all’interno di una comunità falsamente tollerante.

La verità alla fine riuscirà a venire a galla e il vero colpevole sarà arrestato.

Ritratto esemplare della provincia italiana, che Carlo Mazzacurati (La lingua del santo, Vesna va veloce, Notte italiana) conosce alla perfezione, con le sue atmosfere, le sue contraddizioni, i suoi volti e i suoi personaggi credibili.

La giusta distanza è anche un noir di rara intensità e di perfetta suspence, interpretato da una squadra d’attori di ottimo livello, a cominciare dall’esordiente Giovanni Capovilla (Giovanni), dalla bella Valentina Lodovini (Mara) e da uno straordinario Giuseppe Battiston ( Amos) non ancora premiato con un ruolo finalmente da protagonista.
Il redivivo ed efficace Ivano Marescotti (l’avvocato difensore) e il solito grande Fabrizio Bentivoglio ( il direttore del giornale), completano il cast di una pellicola in grado di competere con i tanti e forse troppi thriller realizzati all’estero che affollano i nostri schermi.

2007. Italia. Regia di Carlo Mazzacurati
Con Giovanni Capovilla, Valentina Lodovini, Ahmed Hafiene, Giuseppe Battiston, Fabrizio Bentivoglio


Pierfranco Bianchetti
 
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