B. Bruno Borghesi, nella foto con lo chef Giuseppe Sestito, è un tranquillo signore, molto cortese e perennemente ottimista e sorridente, al culmine di una bella carriera.
Iniziò al Brufani di Perugia, era affascinato da quel mondo che sembrava un gioco fantastico: il cappello dei cuochi, il tamburino all’ascensore, i vassoi d’argento, i cristalli luccicanti ovunque.

Ma la sensibilità arrivò dopo; a Milano a 22 anni trovò un grande maestro che aveva inventato due locali in Cairoli, l’Olimpia e Le Roi; era come un uomo di teatro, uno scenografo e imparò la cura nell’arredo, nei particolari, a organizzare ogni tavolo con cena in una perfetta rappresentazione dove nulla è lasciato al caso.

Poi girò da Genova a Firenze e a Roma comprò la Birreria Moretti di via Sicilia e la trasformò nel Sans Souci; con la stessa insegna aprì a New York, mentre a Los Angeles era Le Restaurant. In quel periodo conobbe il bel mondo del cinema, degli affari, della politica internazionale.

Con l’apertura del Mirabelle ha messo a frutto tutto il suo sapere e lo esercita con passione.
Mentre addobba i tulipani gialli screziati di rosso sul tavolo di un ospite romanista, telefona al sarto della Compagnia per concordare il taglio di giacca e pantaloni di un giovane cameriere neo assunto.

Giuseppe Sestito, lo chef, ha lavorato nei grandi alberghi d’Europa, in particolare a Hyde Park; in Italia a Cala di Volpe, Villa San Michele, Principe di Savoia solo per citarne alcuni.

B. Bruno Borghesi

Mirabelle

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