Nel 1920 una ragazza belga, Gabrielle Van Der Mal (Audrey Hepburn) prende i voti ed entra in convento con il nome di suor Lucia accettando le ferree regole del suo ordine religioso: silenzio, umiltà, povertà, obbedienza. Inviata come infermiera in Congo assiste i malati locali sotto la guida del dottor Fortunati (Peter Finch), brillante e fascinoso medico ateo che evidenzia la grande sofferenza della suora nell’accettare, nonostante la fede incrollabile, il dogma dell’obbedienza totale nei confronti delle madri superiori e della gerarchia ecclesiastica.
Ammalatasi di tubercolosi è rispedita in Europa contro la sua volontà, dove nel frattempo è scoppiata la seconda guerra mondiale. Quando scopre che suo padre è stato ucciso dai nazisti non è in grado di perdonare come impostogli dalla sua condizione di monaca contravvenendo alla sottomissione del suo ordine. Decide allora di sciogliere i voti e di tornare laica. Nell’ ultima emozionante sequenza, Gabrielle è accompagnata in una stanzetta del convento per indossare gli abiti civili. Poi apre una porticina che si affaccia direttamente in strada e si allontana silenziosa nel mondo civile tormentata e sofferente, ma onesta e coerente con le sue convinzioni.

Un grande film quello di Zinnemann e un monito per ognuno di noi. Di fronte alle piccole e grandi scelte spesso laceranti, che la vita ci pone di fronte, dobbiamo sempre avere il coraggio delle nostre azioni. A più di venti anni dalla sua scomparsa, il fascino, l’eleganza, lo stile inconfondibile di Audrey Hepburn rimangono immutati. Nessuna altra attrice, ne siamo convinti, ha ancora occupato il suo posto nel firmamento cinematografico. Storia di una monaca, una delle sue migliori interpretazioni, ne è una prova….

Usa,1959 Regia di Fred Zinnemann Con Audrey Hepburn e Peter Finch

Pierfranco Bianchetti

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