Nell’ottobre 1909 il giornalista tedesco Hans Barth pubblicò il libro OSTERIA guida spirituale alle osterie italiane con la prefazione di Gabriele d’Annunzio. Descriveva le osterie d’Italia e più di cento a Roma. Dal racconto, più letterario che gastronomico, inizia il nostro breve viaggio nella gustosa cucina romanesca.

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Carciofi romaneschi

Le prime fasi della ricetta dei carciofi alla giudia non sono dissimili da quelli alla romana. Le strofe, curate e accattivanti, furono scritte da Luciano Folgore (Roma 1888 - 1966), pseudonimo di Omero Vecchi, che nel 1908 pubblicò la sua prima raccolta in versi e nel 1909 aderì con entusiasmo al nascente futurismo.

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Er guanciale

Parolacce, bestemmie inventate, modi di dire e imprecazioni in bocca al popolo romano riempirono le pagine del libro L’anima de li mottacci nostri. Fu scritto a quattro mani, nel 1992, da Pino Carciotto (autore di queste rime) con il giornalista Giorgio Roberti, fondatore del Centro Romanesco Trilussa.

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Er friggitore

Severino Freda, direttore del mattatoio nel secondo dopoguerra, fu animatore dell’Accademia Italiana della Cucina con Luigi Volpicelli (nella foto) e altri; era capace di portare gli amici in varie trattorie in una sola sera, per gustare il meglio d’ognuna. L’anonimo sonetto ci ricorda che invitava a terminare il fritto misto con le mele, cioè con il dessert

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La serva e l’ortolano

Adolfo Giaquinto (nella foto) (Napoli 1846 -1937) valente cuoco di nobili famiglie romane, scrisse libri di cucina e poesie in romanesco. All’inizio del ‘900, fondò il Messaggero della Cucina pubblicando le opinioni dei migliori cuochi. Sua nipote Ada Boni pubblicò nel 1925 il Talismano della Felicità, splendido ricettario, ancora attuale.

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Er macellaro

L’opera più ricordata di Luigi Zanazzo (nella foto) detto Giggi (Roma 1860 - 1911) è Usi costumi e pregiudizi del popolo romano, è un racconto vivace, articolato e completo della vita cittadina. Bibliotecario e studioso appassionato, descrisse le tradizioni e il folklore romano con poesie, opere teatrali, novelle, leggende e proverbi.

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La dieta secondo Fabrizi

Il cibo lo divertiva, preparava con perizia squisiti piatti di tradizione romana e se li gustava; la cucina era un mondo in cui coinvolgeva amici e conoscenti. Aldo Fabrizi (nella foto) (Roma 1905 – 1990) scrisse raccolte di ricette e poesie, da La Pastasciutta a Nonna Minestra a Nonno Pane. Ma gli capitò anche di dover stare a dieta.

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L’insalata

Il Gruppo dei Romanisti (nella foto) fu fondato, con Trilussa, Panzanella, Petrolini e altri, dall’antiquario e poeta Augusto Jandolo, (Roma 1873 - 1952) che fra le due guerre aveva studio in via Margutta. Gli intellettuali che ancor oggi ne fanno parte si dedicano alla valorizzazione di Roma e pubblicano l’annuale Strenna.

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Un maritozzo fino

Nel forno si cuociono golosi dolci e fragranti forme di pane; quest’ultimo fu raccontato con divertente doppio senso da Giuseppe Gioacchino Belli (Roma 1791 - 1863). Ma il più tradizionale poeta romano, rinnegò nel testamento i Sonetti che gli avrebbero dato notorietà. La statua (nella foto) che lo rappresenta accoglie chi entra in Trastevere.

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