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Stringimi ancora la mano

Stringimi ancora la mano
di Eliana Positano

“Signora, suo marito ha un cancro” Ecco, Eliana, autrice e vittima, non perde tempo e fin dalle prime righe ci coinvolge nel dramma. Il palcoscenico è vuoto, il dolore che aumenta d’ora in ora lascia poco spazio ai personaggi che si contano sulle dita della mano. Ella al centro, bella regina e decisa eroina che non arretra. La morte è nemica cui non concede debolezza, non piange - se non quando tutto sarà finito - non si aggrappa alla religione. Finge allegria dietro al rossetto rosso, nasconde la paura del futuro per rincuorare Giuseppe, il marito. Militare, era solido e possente, la difendeva dal mondo. Ora è pelle e ossa, ma combatte con la morte che lo asciuga ogni giorno e che vorrebbe domarlo con l’arma terribile del dolore, nel fisico e nello spirito. Il combattente, malgrado le previsioni di 90 giorni, allunga la vita per diciassette mesi. Giuseppe e Eliana imbracciano l’arma dell’amore, i ricordi del “loro mare”, la dolcezza dei tre figli, Roberta, Ilaria e Flavio. Sono gli altri attori del dramma, gli angioletti che dimostrano fermezza e irradiano buoni sentimenti. Il piccolo fotografa il padre morto e contatta un giovane parente: “Papà è morto, perché non vieni?” Altro che social.

Eliana, mossa da intenso impegno civile, ci ricorda che il cancro è malattia del denaro.
Pagina su pagina Eliana sembra voler soccorrere il lettore: “ non piangere, finirà bene, non temere”. Dal suo dolore spira un soffio di vita.

Eliana ha vissuto con orgoglio e coraggio il dramma, ora è quasi radiosa, è incredibile come sappia celare la sofferenza. Il libro descrive la morte in una società che la nega e in questi mesi recenti ne abbiamo avuto prova concreta. In realtà la morte è un’astrazione, non esiste, ma è drammaticamente vera la malattia, il cancro, animale vorace che succhia il sangue, distrugge corpo e spirito, instancabile fino alla fine.
Eliana conduce questa sfibrante battaglia contro la morte, notte e giorno, decisa non farsi sconfiggere dal dolore, certa che “l’amore vince su tutto”. Diffonde dolcezza materna, solarità fraterna, non scende mai a particolari di vita quotidiana. In quel terribile frangente si concentra solo su quel lettino d’ospedale, sul volto del marito, sull’amore per lui e i figli. Una gioia serena avvolge la vita familiare quando Giuseppe viene trasferito nell’accogliente Hospice San Carlo di Potenza, dove vivrà 15 giorni prima della fine.
L‘ultimo saluto di Eliana è una poesia struggente: “Vai amore mio, ti lascio andare. Sei libero. Libero di volare”.

Edizioni Hermaion
Gennaio 2020
Pagine 70
Illustrazioni in carboncino
€ 10,00
La copertina del libro è stata realizzata con tecnica aerografa dal pittore lucano Massimo Chianese che ha riprodotto la foto delle mani di Eliana e Giuseppe.
I disegni interni sono stati realizzati dalla figlia Ilaria Candela a matita mentre solo uno con sanguigna; fu poi regalato all'Hospice il giorno di Natale. Ognuno è accompagnato dai versi di significativi poeti.



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