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Secondo Quartiere Popolare della Società Umanitaria


Gli alberi di viale Lombardia congiungono piazza Durante e via Padova al cuore di Città degli Studi. Un tempo era la periferia cittadina, fra alberi e prati. Chi percorre viale Lombardia da piazza Piola nel tratto finale verso piazza Durante si accorge di attraversare un confine tra i palazzi residenziali, gli alberi e il quartiere popolare d’immigrazione di Loreto, Palmanova.

Agli inizi del ‘900 questa ghettizzazione non c’era, superata dalla mirabile opera della Società Umanitaria con edilizia per gli operai e, successivamente, da quel severo Istituto Caterina da Siena per le ragazze in carriera di segretarie d'azienda e interpreti.
La città si ricordava di dare una casa a chi doveva lavorare e ad insegnare mestieri e professioni

Ricordiamo che nella seconda metà dell'Ottocento nascevano le prime Società di Mutuo Soccorso che si occupavano di assistenza e mutualità e divennero punto di riferimento per la nascente classe operaia. Durante la Grande Guerra queste organizzazioni diedero assistenza ai cittadini, ai soldati e alle famiglie. Quindi le Camere del Lavoro che si impegnarono per i diritti dei lavoratori. Al n. 65 di viale Lombardia troviamo appunto l'ingresso del Secondo Quartiere Popolare della Società Umanitaria che ci ricorda quella Milano che pensò anche alle classi più povere.

Fu costruito tra il 1908 e il 1909, qualche anno dopo la realizzazione del Primo Quartiere della Società in via Solari. Raccolto in un unico isolato, è costituito da 12 palazzine di edilizia popolare particolarmente aggraziate e che riecheggiano il Liberty, collegate fra loro da un cortile interno. Comprende 214 abitazioni che diedero iniziamente alloggio a 1200 inquilini, garantendo un ambiente decoroso e salubre, con spazi verdi per i bambini e molti servizi sociali: dalla biblioteca all'asilo nido, alle scuole, alle palestre, ai bagni e lavatoi pubblici, alle botteghe cooperative.

vedi anche: Catalogo Generale Beni Culturali

Infine, chi è nato nel secondo dopoguerra conserva l’allegro ricordo giovanile della Birreria Wührer, a pochi passi dal futuro albergo, stivaloni di cristallo per la birra e i caratteristici kipfel.

Il viale, i palazzi, alcuni alberghi ripropongono oggi quell’allegria unita a una solida garanzia di buona ospitalità