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Teatro Biondo, aperitivo con gli attori

Il teatro Biondo di Palermo quest’anno ha proposto agli abbonati di partecipare a una simpatica iniziativa. Qualche giorno prima di ogni spettacolo si può partecipare all’aperitivo con gli artisti che raccontano ispirazioni e messa in scena. La convivialità, la degustazione di ottimi cibi e bevande avvicina ancor più gli spettatori agli interpreti. L’esordio dell’iniziativa è stato particolarmente fortunato ed entusiasmante con il susseguirsi, in due pomeriggi, di presentazioni da non perdere: Faust ovvero arricogghiti u filu, nella raccolta sala Strelher, e le Rane di Aristofane, un classico che inaugura la Stagione 2018 – 2019 in sala Grande.
La perfetta organizzazione del Teatro Biondo ha ricompensato la disponibilità degli abbonati che hanno affrontato vento e pioggia abbondante. Quindi non le solite tartine preparate per giustificare l’occasione ma alcuni tavoli affidati alla cura dei produttori, agricoltori, negozianti tutti con le migliori specialità. Segnalo la caponata, crema d’olive, carciofini in olio e.v.o. di Bosco Ficuzza, azienda bio di Cerda; le tisane della specializzata Erboristeria Arrivas di via Palermo; i vini di pronta beva La Segreta di Planeta; i biscotti leggeri e salutari di Tumminello, fornaio di Castelbuono.
Il 20 novembre incontro con Silvia Ajelli per Le stanze di Ulrike e con Davide Enia per L'Abisso. Per l’aperitivo, vini Planeta e olio e.v.o. formaggi di pecora del caseificio Bompietro,
pane con farina di grano siciliano di Ottavio Guccione.

Gli abbonati si sono meritati tutto questo acquistando la Tessera del Biondo che dà diritto anche a sconti sull’acquisto di biglietti, sconti in altri teatri cittadini, assistere a pagamento alle prove, sconti in negozi convenzionati. E soprattutto le comode poltroncine rosse per chiacchierare con i beniamini in sala Strehler. Chi desiderasse acquistare la Tessera del Biondo (Biondocard) al costo di € 10 può richiederla all'ufficio promozioni del teatro, via Roma angolo via Venezia.

Faust ovvero arricogghiti u filu
di Vincenzo Pirrotta, con Cinzia Maccagnano e Vincenzo Pirrotta; il regista, come riferisce nel programma di sala, si è ispirato a La tragica storia del Dottor Faust di Cristopher Marlowe, drammaturgo elisabettiano. Non avendo visto lo spettacolo segnaliamo solo due elementi inconsueti e scommettiamo sul successo. Pirrotta trasferirà al personaggio principale che interpreta la sua sanguigna vitalità, l’irruenza mitigata dalla gentilezza del sapere e della conoscenza. Come s’immagina dal sottotitolo, parla in vernacoloe qui mi tocca un ricordo personale. Questa estate al Parco Archeologico di Monte Iato Pirrotta mise in scena Pomice di Fuoco, confessioni postume di Ignazio Buttittanella ruvida interpretazione di un magistrale Filippo Luna, rinfrancato dall’aria natia. In un’ora di monologo in siciliano, forse agrigentino, compresi solo i nomi dei venti ma la commozione fu così intensa da portarmi a volare in alto. E scoprii che le nubi si rincorrevano seguendo le note alla chitarra del giovane Alessio Bondì. La presentazione del Faust, fuori sipario, ha mostrato gli attori nella loro genuina umanità, ma già splendidamente scenografici. Qualche spettatore avrà cercato d’immaginarsi Cinzia Maccagnano nei panni di Mefistefole e l’avrà trovata perfetta; poi si sarà domandato come trascinerà nell’abisso il malcapitato.

Salvo e Valentino inaugurano con le Rane la stagione del Teatro Biondo a Palermo.

Salvatore Ficarra e Valentino Picone sono nati a Palermo nel 1971 e alla conferenza stampa li chiamano affettuosamente per nome. Ai due comici affermati e amati dal pubblico è stato affidato il compito di far risplendere il testo che Aristofane scrisse 2500 anni fa. La loro comicità è delicata, a bassa voce: “non ero convinto d’accettare la parte - confessa Valentino – mi ha convinto il mio nome in locandina che appariva prima di Salvo.”

Qualcuno pensa che l’adattamento dello spettacolo dall’enorme teatro greco di Siracusa al palcoscenico del Biondo sia .. riduttivo in tutti i sensi; il regista Giorgio Barberio Corsetti risponde che nel primo caso gli spettatori vedono piccoli piccoli gli attori mentre recitano, sul palcoscenico appaiono ben più grandi, si osserva la mimica, l’espressione del volto. De Le Rane ricorda “quanto abbia a che fare con l’attualità, per merito di Aristofane e per la modernissima traduzione di Olimpia Impero”.
Riprendiamo il comunicato stampa: il riallestimento dello spettacolo, prodotto dall’Inda- Istituto del Dramma Antico, è curato dal Teatro Biondo di Palermo con il Teatro Stabile di Napoli, Teatro Nazionale e Fattore K. Scene di Massimo Troncanetti, costumi di Francesco Esposito, luci di Marco Giusti, riprese video di Igor Renzetti e Lorenzo Bruno. I SeiOttavi hanno composto le musiche che cantano a cappella, Marzia Gambardella dirige le marionette ideate da Einat Landais e costruite da Carlo Gilè. Con i protagonisti recitano Valeria Almerighi, Gabriele Benedetti, Gabriele Portoghese, Giovanni Prosperi, Francesco Russo, Roberto Rustioni. Si recita a Palermo dal 25 ottobre al 4 novembre, tournée a Napoli, Genova, Roma, Brescia, Pescara, Ancona.
Ficarra, a proposito di attualità, fa notare l’infantilismo dei politici di oggi, la loro incertezza e afferma: “Noi rappresentiamo un’Atene tanto in crisi che Dioniso viene inviato nell’Ade per recuperare Eschilo e Euripide. Oggi mancano le figure di riferimento, non abbiamo più Sciascia e Pasolini”.
Recentemente un loro collega ha osservato che un comico non urla e soprattutto non ambisce al potere. A noi resti la speranza che a donne e uomini di cultura e agli artisti sia affidata la guida per migliorare.

Le stanze di Ulrike e L’abisso, i terribili volti della violenza
Martedì 20 novembre alle ore 18,30 aperitivo con gli attori al Teatro Biondo per la presentazione dei due spettacoli. Entrambi raccontano violenze tanto diverse quanto orribile, dal terrorismo alla repressione, dagli eventi naturali agli annegamenti di massa.
Per il primo, Silvia Ajelli ricorda il cinquantesimo del ’68 , rivolta studentesca e operaia che ha coinvolto l’Europa e mezzo mondo. Il dramma di Ulrike Meinhof atterrisce per le sue contraddizioni e complessità. L’autrice si domanda chi fosse questa giornalista intelligente, ironica, lucida che affascinava per la ricca produzione letteraria e ideologica. Come poté abbandonare due figlie piccole, inseguire a ideali politici fino al fanatismo, diventare pluri omicida, essere torturata, scomparire con una morte ancor oggi misteriosa.
Davide Enia, anticipa L’Abisso citando il silenzio invernale di Lampedusa, quando la furia dei venti flagella uomini e cose. Gli stessi venti dei naufragi che richiedono sforzi enormi ai soccorritori. Enia si domanda quante morti ci vorranno per tornare a un equilibrio; per capire la Libia ci vorranno 20 anni, con migliaia di deportati nei lager e le vendite di armi europee con cui prolificano le guerre.
Sul palcoscenico, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giulio Barocchieri, Davide elabora anche i lutti familiari e comprende, con un sorriso, i silenzi del padre.

Le stanze di Ulrike - Sala Strehler 22-25 novembre
L’abisso - Sala Grande fino al 25 novembre



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