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Splendor Liturgiae -Arte Ecclesiastica

Sono qui riportati brani dei contributi pubblicati nelle pagine introduttive del volume.
Monsignor Michele Pennisi presenta lo splendido volume ringraziando Antonella Campisi e Vincenzo Campo per il loro appassionato impegno ed amore alla loro città. Le bellezze dell’arte sacra e liturgiche conservate nelle Chiese di Giuliana e riprodotte in questo libro testimoniano la multiforme storia della fede e della devozione del popolo giulianese a Dio e ai Santi.
Monsignore sottolinea il legame inseparabile tra verità, bontà, bellezza; è auspicabile che ogni Chiesa promuova l’uso delle arti nell’opera evangelizzatrice.

Don Antonino Di Chiara, arciprete Parroco di Giuliana
Gli argenti liturgici e i Paramenti sacri delle Chiese di Giuliana sono capolavori e testimoni di fede dell’arte di orafi, argentieri, ricamatori, tessitori e sarti. Questa ricchezza di fede e di arte cristiana diffonde un messaggio di fede e di amore tanto necessarie.

Maria Concetta Di Natale, professore Ordinario di Museologia e Storia del Collezionismo Università degli Studi di Palermo

Giuliana, centro della Valle del Sosio, è ricordato per il magnifico castello federiciano e il patrimonio d’arte d’eccezionale valore. La studiosa, alla fine degli anni ottanta, aveva sollecitato un lavoro sul territorio nell’all’ambito dei suoi insegnamenti universitari. Al suo richiamo risposero Antonella Campisi con la tesi di laurea, Le arti decorative nelle chiese di Giuliana e Vincenzo Campi, con i primi approfondimenti sulle Chiese cittadine. Il libro che ora presentano è un prezioso contributo alla conoscenza. Il patrimonio storico artistico è frutto della tradizione sacra e della fede cristiana, legato alla munificenza ecclesiastica e salvaguardato dalla ricerca scientifica.

Saggi introduttivi
Argento e argentieri nella storia sociale e culturale della Sicilia

Rita Cedrini, già docente di Antropologia Culturale Università degli Studi di Palermo

Gli storici datano al Medioevo il diffondersi in Europa di attività artigianali a seguito dell’influenza esercitata dall’espansione della civiltà musulmana e dalla presenza di molti artigiani ebrei.La storia sociale dell’arte è raccontata dall’argento, la competenza laica e religiosa hanno avuto un ruolo determinante con i segni della devozione e della moda, del lusso e soprattutto la capacità esecutiva di una maestranza tra le più prestigiose. Dal XII secolo a Palermo lavoravano artigiani da tutto il mondo conosciuto e realizzavano opere d’arte preziose. Nelle strette vie del Quadrilatero proliferava l’attività del battiloro. Negli atti notarili sono indicati innumerevoli oggetti d’uso quotidiano oltre a quelli d’uso sacro. Le tecniche si ritrovano ancor oggi in qualche laboratorio di Palermo e Piana degli Albanesi. Nel XVIII secolo si riaffermano le maestranze che danno impulso all’arte sacra e alla vita sociale quotidiana

Tesori d’Arte nel Vicariato di Bisacquino
Rosalia Francesca Margiotta

docente di storia dell’Arte Moderna, Università degli Studi di Palermo

La studiosa pone l’accento sull’interesse del patrimonio di opere d’arte sacra conservato nel territorio dell’entroterra palermitano di cui Giuliana fa parte e sull’importanza della sua valorizzazione. In particolare analizza le testimonianze dei centri di Campofiorito, Bisacquino e Chiusa Sclafani che, insieme a Giuliana, costituiscono il vicariato di Bisacquino, nell’area meridionale dell’arcidiocesi di Monreale.
La produzione di pregevoli opere d’arte tra il ‘500 e il ‘700 testimonia il glorioso passato di questi luoghi e l’importanza della fede attraverso la presenza di molti arredi sacri, tra cui croci, reliquiari, pissidi, calici, patene, turiboli, chiavi d’argento, teche porta ostie, bussole per l’olio santo, ostensori, bussolotti per elemosina, oltre a paramenti di pregiata manifattura.
Anche il patrimonio artistico di Giuliana, minuziosamente indagato da Vincenzo Campo e Antonella Campisi, offre un variegato panorama di opere d’arte delle numerose chiese: manifatture marmoree, lignee, pittoriche, in stucco e in argento insieme a pregevoli opere tessili, alcune arricchite da preziosi ricami di manifattura siciliana.

Narrare la bellezza del divino
Decori floreali e botanici negli arredi sacri delle chiese di Giuliana.
Sac. Danilo Priori
Responsabile équipe Arte Floreale per la Liturgia
Fiori, foglie, frutti, piante, alberi, sono usati come decorazioni per oggetti dedicati al culto. La bellezza del Creatore si esprime nella incredibile varietà di forme e colori presenti in natura.
Principalmente il grano e l’uva rinviano al pane e al vino offerti sull’altare. Il melograno ha ispirato nei secoli gli artisti impegnati nell’arte sacra. La palma diventa spesso l’immagine perfetta del credente. è evidente che la bellezza del creato si manifesta in tutta la sua meravigliosa varietà attraverso i fiori. Il tulipano è simbolo di purezza, il garofano appare per la prima volta sotto la croce nato dalle lacrime della Madonna.

Gli arredi e le vesti al servizio della liturgia
“ut res ad sacrum cultum pertinentes vere essent dignae, decorae ac pulchrae”
Sac. Giacomo Sgroi
Direttore Ufficio Liturgico Monreale e Direttore dell’Ufficio Liturgico Regionale CESI

La Chiesa distingue gli oggetti destinati all’uso sacro da quelli destinati all’uso profano. La Chiesa ammette le forme artistiche di ogni epoca, lascia libertà di espressione purché vengano rispettate le esigenze del culto.
Gli arredi liturgici costituiti da vasi liturgici, le vesti dei ministri, le insegne liturgiche, vanno considerate distinte dall’esercizio delle altre attività umane.
Devono essere messi in risalto il loro carattere festivo e il valido contributo che esse offrono perché le celebrazioni liturgiche risplendano per dignità e decoro.



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