“Questo libro è un atto d’amore verso il cinema e verso Milano”. Con questa frase iniziale potrebbe subito terminare la narrazione di Pierfranco Bianchetti; è la prefazione di Luigi Corbani, già vicesindaco al Comune di Milano, animatore culturale e impareggiabile imprenditore culturale. “Dopo la Liberazione le persone si ritrovavano a condividere sentimenti, c’era uno stare insieme, una socializzazione che abbatteva barriere sociali e culturali. ..
Il cinema è stato, senza che lo spettatore ne fosse consapevole e senza che gli stessi autori lo volessero, uno strumento di lotta contro l’ignoranza e contro il sopruso, contro le ingiustizie.”
Chi scrive non è stato capace di evitare un lungo riassunto del libro. Ma l’argomento è appassionante, si consulta come una guida al piacere e Pierfranco Bianchetti non ha sprecato una virgola, sempre misurato e concreto.
Dimostra un amore smisurato per il cinema e un’affettuosa ammirazione per tutti coloro che hanno messo la loro passione al servizio della cultura cinematografica.
Nelle 300 pagine del libro sono centinaia i personaggi citati e raccontati dall’autore. Registi, autori, scenografi, scrittori, fotografi, funzionari. Rappresentano il mondo cinematografico cittadino e nazionale e oltre confine. Luigi Corbani nell’introduzione segnala ‘più di quattrocento organizzazioni politiche e culturali, compresi i cineforum, linfa vitale di pluralismo politico, culturale, ideologico che arricchiva Milano. Cattolici, comunisti, socialisti, liberali, repubblicani tutti partecipavano a questo straordinario fiorire di iniziative. I film erano proiettati non solo nei cinema commerciali, anche nei cinema d’oratorio, nell’Enal, cinema d’Essai, cineclub, circoli del cinema, cineforum’. Maurizio Porro, dirigente al Piccolo Teatro e critico cinematografico del Corriere della Sera racconta la partecipazione collettiva nell’andare al cinema, abitudine che si è persa.
Lionello Cerri considera “fortunata la sua generazione che ha creduto nell’impegno, nella socializzazione, nella cultura”
Il cinema come scrive Vittorio Giacci è ‘l’arte più appropriata per formare spirito critico, coscienza civile e democratica della società’. Paolo Mereghetti ricorda che “l’Obraz ha insegnato ad amare davvero il cinema”.
“Cinemiracolo a Milano - cineclub, cinema d’Essai e circoli del cinema dalla liberazione a oggi” organizzato in 21 capitoli, compone un viaggio nella Milano cinematografica, dalla Liberazione dai nazifascisti. In realtà il primo capitolo è dedicato ai primi cineclub degli anni ‘30. Le esperienze di quegli anni saranno utili per i futuri Cinema d’Essai. Anche durante la guerra continueranno le proiezioni nelle 20 sale cittadine ancora aperte. Pierfranco Bianchetti, ricercatore eccezionale e memoria da computer, segnala i film, le date, le trame di giornale, i discorsi ufficiali, le lettere, i proclami, fino ai nomi delle strade. Si disegna la planimetria della città culturale e chi c’era riconosce Corso Vittorio Emanuele, San Babila, via Moscova, piazza Vetra, porta Nuova e tante ancora, un diario di ammirazione e nostalgia. Ritroviamo i personaggi come il sindaco Antonio Greppi, Paolo Grassi e Giorgio Strehler di cui ha beneficiato anche la nostra generazione e centinaia d’altri. Per restare in tema l’autore segnala nel gennaio 1945 l’irruzione di una brigata partigiana in quattro sale (Pace, Impero, Smeraldo e Supercinema); arringarono - applauditi - il pubblico. Drammatico il racconto della fucilazione degli attori Osvaldo Valeri e Luisa Ferida.
Dopo la caduta del fascismo la voglia di vivere riprende e il neorealismo racconta questa Italia povera ma alla ricerca di valori. Capitolo dopo capitolo Bianchetti ci racconta l’evoluzione della vita culturale attraverso l’epica filmica. Un crescendo di attività culturali e organizzative frutto anche dall’impegno di Palazzo Marino. Non si dimentichi che l’autore è sempre stato impegnato nel ruolo di dirigente culturale, in particolare cinematografico, nell’AmministrazioneI Centinaia di personaggi impegnati nella produzione di film abbracciano il lettore.
Segnalo abbastanza brevemente i contenuti dei capitoli, organizzati in modo sistematico e cronologico dal ‘45 a oggi.
Al riguardo del citato impegno di Palazzo Marino, viene voglia di vedere le opere filmiche realizzate per mantenere la memoria cittadina. Da ‘Il sindaco di ferro‘ a ‘Gente nei Navigli’ e molti altri che rappresentano l’umanesimo lombardo e l’alto livello economico culturale. Sono decine e decine di film spesso organizzati in mostre e rassegne, promozioni gratuite per studenti. Eccezionale la sala del Museo della Scienza e della tecnica inaugurata nel 1954 dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Dopo la guerra il cinema d’autore vive un momento magico e i circoli cinematografici vivono nella contrapposizione politica tra sinistra, centro e mondo cattolico. Gli anni ‘50 si affollano di personalità impegnate: organizzatori di circoli, registi, attori. Nel mondo universitario si distingue Lorenzo Pellizzari, critico e saggista cinematografico, vive nell’elegante quartiere di Città Studi a un passo dal Politecnico, da Via Poggi e via Valvassori Peroni. Sono luoghi che ci ricordano ‘Miracolo a Milano’ di VittorioDe Sica (1951). E via Celoria, via Golgi accanto allo Campo Sportivo Giuriati dove Michelangelo Antonioni ha girato ‘Cronaca di un amore’. Poco lontano, in via Dalmazia Birago, viale Argonne, abitava la famiglia di ‘Rocco e i suoi fratelli’.
Maurizio Porro in una intervista del ‘94 ha raccontato ” la gioia di andare al cinema in compagnia degli amici” Negli anni ‘ 50 e ‘60 Milano contava 200 sale e 80 milioni di spettatori all’anno.
Ecco quindi la Cineteca Italiana fondata nel ‘49 da un gruppo d’intellettuali tra cui Alberto Lattuada, Luigi Rognoni, Gianni Hoepli, Alberto Mondadori e altri. Con impegno e competenza hanno realizzato una splendida istituzione nazionale, basti citare il patrimonio di 10.000 titoli compresi pezzi pregiati e storici.
La graffiante testimonianza di Mietta Martini giornalista e film-maker spiega la passione dei ‘cinefili felici’. “Dalla Cineteca di via San Marco al Cinema Teatro Fossati. Affamati di cinema, a due passi da Brera, ci scorpacciavamo di Buster Keaton, Harold Loyd, Chaplin, anche di Bunuel. Un dollaro d’onore, Il Laureato.. all’Obraz vedevamo tutto e di più “
Il racconto di Bianchetti è sempre piu appassionante, i personaggi si affollano, con i film, sulle pagine. I critici cinematografici negli anni ‘50 organizzarono rassegne molto seguite dal pubblico degli appassionati. Citiamo Ugo Casiraghi, Morando Morandini, Guido Aristarco. Nel ‘60 s’inaugura a Roma il primo Cinema d’Essai e sarà una stagione felice in tutta Europa. Walter Alberti, Francesco Pellicani, Roberto Escobar, Vittorio Giacci, Lorenzo Vitalone e Pietro Baj , con il rinato Barcone nel ‘98, sono solo alcuni dei nomi collegati al cine club. Dalla fine degli anni ‘90 nasce l’epopea di Lionello Cerri, diploma al Feltrinelli, lavoro in pubblicità e un progetto culturale: libreria o Cinema d’Essai. Sceglie il secondo, con successo. Oggi Anteo Palazzo del Cinema è un centro culturale multidisciplinare.
A fine anni ’60 il clima turbolenta della società contagia anche il cinema che beneficia di una stagione creativa. Bianchetti racconta l’esperienza di un cineasta visionario e idealista, Alberto Grifi che realizza lo storico documentario’ Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro’; tra i registi più noti del cinema militante si distingue il palermitano Tanino Musso, impegnato sui fronti di guerra e nel sociale. Nel gennaio 1971 nella vecchia mensa della Rizzoli venne proiettato il rivoluzionario film argentino ‘L’ora dei forni ‘. Chi scrive era giovanissimo ed ha l’orgoglio di essere citato per averlo organizzato.
Una ennesima pagina di fine letteratura, anche ironica, ci è regalata dalla scrittrice e critica cinematografica Erica Arosio.
Alla fine degli anni settanta gli enti pubblici Comune e Provincia di Milano, la Regione Lombardia favoriscono le politiche a favore di cultura e spettacolo. L’esperienza del nuovo cinema De Amicis affidato nel 1988 all’Ufficio Cinema del Comune diretto da Pierfranco Bianchetti fino alla chiusura nel 2001. Sono anni di intensa attività, presentazioni di alto valore culturale, rassegne e retrospettiva anche internazionali. Emergono giovani professionisti, operatori culturali quali Pier Giorgio Carizzoni, Lorenzo Vitalone, Romano Fattorossi, molto attivi nella progettazione di nuove iniziative, fortemente creativi e accompagnati dalle nuove tecnologie. In quegli anni si registra la presenza a Milano di noti personaggi del cinema, basti dire Charlie Chaplin, Buster Keaton, Burt Lancaster, solo per fare qualche esempio. Qui la memoria di Bianchetti dà il meglio con approfondite ricerche e inediti particolari ed ecco: Jean Paul Belmondo, Gabriele Salvatores, Robert Mitchum, John Corradine, Andrej Tarkovskij ..
L’Amministrazione civica milanese istituisce la consulta della cultura e dello spettacolo organismo che raccoglie tutte le associazioni e iniziative di cultura e spettacolo cittadine. Oltre alla consueta produzione filmica vengono realizzate manifestazioni internazionali di cinema che vanno anche all’estero e sono positive per i rapporti delle comunità economiche culturali. Preziose le panoramiche di Venezia e Locarno, a fine anni ‘90 si promuove anche Cannes. Con ‘Film Maker’, rassegna del cinema indipendente milanese 16-35 mm si propongono una serie di opere filmiche a basso costo. La rassegna del Cristallo è appoggiata da critici, studiosi, organizzatori e segnalo solo Alberto Farassino, Enrico Livraghi, Goffredo Fofi fra gli altri. Protagonisti di valore internazionale Silvano Cavatori e GianfilippoPedote oltre a Silvio Soldini che Bianchetti ricorda con ammirazione; lo intervistò lunedì 26 settembre 1983 come cronista cinematografico dell’Unità. Il regista, in occasione dell’Expo dedicò un omaggio a Milano fotografandola. Collaborarono Walter Veltroni, il regista Giorgio Diritti, il musicista Elio, Roberto Bolle e l’attrice Cristina Capotondi.
L’epopea del quartiere Brera-Garibaldi, l’angolo degli artisti che si ritrovavano al bar Jamaica; fra tutti, Piero Manzoni e Luciano Bianciardi. Qui, nel quartiere dello storico Corriere della Sera nel 1938 è nato l’Anteo, poi il Cinema Teatro Smeraldo, il Garibaldi, il Paris di corso Garibaldi, la multisala Brera, il Teatro Fossati, il mitico Obraz Cinestudio in largo La Foppa, il raffinato Cineclub Brera, il Cinema Teatro San Marco sede della Cineteca italiana (1963-1986); in più il Nobel di Chiesa Rossa- Gratosoglio e il Salone Pier Lombardo.
Il racconto continua con la concorrenza delle Tv commerciali, la chiusura delle sale parrocchiali, dei circoli culturali, dei Cral Aziendali; e l’Aramis del Giambellino diventa locale di strip-tease, il Mexico di Antonio Sancassani propose con successo Rocky horror picture show.
In finale ecco il Cinema Teatro Ducale in piazza Napoli, l’Oscar di via Canonica, l’Auditorium San Carlo di corso Matteotti, il Porpora (all’angolo con via Ampère oggi non sembra cambiato, pur trasformato in banca). Ancora: le rassegne alla Università statale, a Palazzo Litta, al Teatro Carcano, al Teatro di Porta Romana, al Cristallo .. Avete letto Maccheroni & C. di Giuseppe Prezzolini? Scritto con scioltezza in italiano perfetto a New York quando dirigeva la Casa della Cultura, voleva rimarcare la predominanza della pasta italiana; non termina mai, l’autore non riesce e scrivere la parola fine, aggiunge capitoli a capitoli.
Così Pierfranco Bianchetti con pazienza, precisione e competenza racconta decine e decine di cineclub, cinema d’Essai, sale di circoli culturali, le biblioteche, persino le proiezioni nei cortili delle case di ringhiera. Come a dire:”Il cinema di cultura e società non muore mai, è necessario al mondo”
In chiusura l’interessante rassegna che numerose città potrebbero realizzare! Ciak si gira! Il cinema a Milano - la Metropoli in contro luce; ideata proprio da Pierfranco Bianchetti, è composta da un ciclo di 23 opere girate a Milano ed entrate nella storia del cinema.
La vita cinematografica e associativa continua: lo dimostra l’apertura del Cinemino, 75 posti a Porta Romana e del Nuovo Cinema Prada. Non sono i soli.
L’autore, Pierfranco Bianchetti
Nasce a Milano nel 1946 e vive con la famiglia prima a Città Studi e poi a Porta Romana; laureato in Sociologia a Trento, segue la carriera paterna e diviene funzionario del Comune di Milano; dal 1988 ha diretto l’Ufficio Cinema del cittadino e gli vengono riconosciuti tanti successi della metropoli. L’attività e innovativa, il territorio è ampio, gli obiettivi ambiziosi. Organizzatore potente in loco e all’estero, divulgatore creativo. Bianchetti sembrerebbe ‘animale a sangue tiepido, in realtà non si infiamma, sempre controllato; può contare sugli orizzonti ampi degli studi sociali, circondato da un ambiente impegnato e - nel senso buono - irriducibile.
Cinema tanto, dedizione totale, film a tutte le ore, anteprime, festival, retrospettive, dibattiti, libri, incontri .
La memoria formidabile di Bianchetti si affianca a una correttezza salda, sorriso e umorismo non gli mancano, gli amici ricordano i suoi commenti sulla ‘solita critica della società americana”. Agli amici, nel giorno del loro compleanno, dedica e suona - via You tube - un pezzo di classica o jazz. al pianoforte.
In questo libro (dopo aver pubblicato 'L'altra metà del pianeta cinema. 100 donne sul grande schermo'), libera a tutto campo la sua natura sociologica, indaga il microcosmo cinematografico, scrive per il target professionale e merita l’attenzione di intellettuali e amministratori pubblici.
Interviste, valutazioni e interazioni con gli esperti di settore cittadini; sguardo sull’ Europa alla ricerca di confronti. La conclusione è semplice: questo forte movimento culturale, questa voglia di comprendere, commuoversi e divertirsi di fronte al grande schermo si e rivelato un moto potente di rilancio per Milano.
Chiude con mezza paginetta di gran classe,’ L’ultimo spettacolo’ letteratura struggente, dedicata - non poteva essere altrimenti - agli Stati Uniti. Vi consiglio la lettura e il piacere della scoperta.
Concludo ringraziando l’amico di una vita intera, Pierfranco Bianchetti, per la sua opera cosi chiara, stimolante e utile.
Anche nel Sud la rete di cineclub, circoli culturali, biblioteche rionali, esperienze museali fermenta e prolifica. Maggior presenza di cinema risveglierebbe anche l’economia e società.
CINEMIRACOLO A MILANO
Cineclub, Cinema d’Essai e Circoli del Cinema
dalla Liberazione a oggi
Pagine 269, illustrazioni in b/n
Autore Pierfranco Bianchetti
2022 Hans e Alice Zevi Editions
www.haze-auditoriumedizioni.it
IN LIBRERIA € 20.00
Commento di Claudio Riolo, palermilano
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