10 pagine di libri da leggere a voce alta
A libera scelta per i partecipanti
Dieci brani di libri scritti da autori d'ogni tempo e luogo. Raccontano le avversità che affliggono l’umanità.
Ogni autore è collegato idealmente ad un altro per gli argomenti che tratta, senza ordine cronologico. I partecipanti potranno leggere a voce alta alcune pagine che abbiamo scelto o leggere da un proprio libro.
Un facile gioco per “chiudere il circolo degli scrittori”.
Iniziamo con
Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962.
Di questo autore, dalla penna graffiante, abbiamo scelto un libro in parte autobiografico.
Nella Milano degli anni ’60 Bianciardi intendeva vendicare l’ingiusta morte degli operai in miniera. Lo scrittore viveva in periferia, dormiva nelle camere ammobiliate e pranzava in latteria; in quei tempi le camionette della polizia inseguivano fin sui marciapiedi gli operai in sciopero.
Scuola di Barbiana. Lettera a una professoressa, 1967.
Nasce dall’esperienza di Don Lorenzo Milani, anche lui toscano, che nel 1947 scelse il sacerdozio. Nel ‘54 fu mandato per punizione dall'autorità ecclesiastica a Barbiana, un piccolo paese sull’Appennino. Non c'era luce, né telefono, né ufficio postale, talvolta nemmeno pane. Divenne parroco, amava insegnare, si dedicava ai poveri e per i ragazzi elaborò e realizzò la sua idea di scuola, impegnandosi 16 ore al giorno. Con il suo aiuto alcuni dei suoi allievi scrissero il libro manifesto di quegli anni ’60 così problematici. Papa Francesco pregò sulla sua tomba.
Lorenzo Viani, Parigi, 1925.
Toscano, artista completo, complesso, lirico, espressionista dai sentimenti intensi, scrisse degli emarginati e dipinse i loro ambienti. Era attratto dal mito artistico della capitale francese. Vi si recò due volte nei primi del ‘900 e scoprì l'emarginazione, i ghetti della povertà e le masse di straccioni dell'umanità derelitta. Il libro, autobiografico, è drammatico.
George Orwell, Senza un soldo a Parigi e Londra, 1933
Lo scrittore inglese visse nelle due capitali per conoscere e condividere la vita degli strati infimi della società. A Parigi era un plongeur, sudicio sguattero; a Londra, un vagabondo vestito di stracci. Sugli stessi toni drammatici di Viani, Il libro è un terrificante racconto dei diseredati schiavi che lavoravano nei ricchi alberghi turistici.
Joseph Conrad, La linea d'ombra, 1914
Un altro inglese, di origine polacca, ci trascina in una realtà diversa con un romanzo decisamente autobiografico, The Shadow line, La linea d'ombra: un’espressione formidabile con cui Conrad indica il momento in cui si scorge di fronte a sé una linea d'ombra e si avverte un cambiamento di vita definitivo tra la prima gioventù e il tempo della maturità.
Nei lunghi viaggi per mare in Oriente si combatte contro tutto e si soccombe alle febbri malariche. È un'iniziazione al mare, alla vita dura, alla forza, un racconto spettacolare che comprende tempeste formidabili e bonacce.
Giovanni Verga, Novelle Rusticane, 1883
Verga racconta con profonda passione la vita e il lavoro di campagna. Malaria descrive il logorio della tremenda malattia che assedia corpo e spirito di uomini e donne che lavorano nei campi anche per tutta la vita. Con il suo verismo, guarda da vicino e dal basso il mondo delle campagne e trasmette al lettore il disagio delle condizioni di vita di una Sicilia arretrata, immedesimandosi nell’ambiente in cui vivono i personaggi.
Ma sa anche raccontare la Milano postunitaria, dove visse per vent’anni. Nella ricca e moderna metropoli, i vinti, emarginati e sofferenti, sono tagliati fuori dal cosiddetto progresso.
AA.VV. Biografie e ritratti d’illustri siciliani morti nel cholera l’anno 1837, Palermo 1838.
Mentre la malaria colpiva uomini e donne della campagna, il colera fu una malattia pandemica diffusa in tutta Europa in epoche diverse. Palermo ne fu gravemente colpita nel 1837 e un prezioso libro, pubblicato solo un anno dopo, celebra la vita di 13 importanti personaggi morti in quell’occasione. Tra questi, Pietro Pisani, raccontato da Antonino Linares. Pietro Pisani, che oggi definiremmo manager illuminato, era un amministratore dei Borboni. Antesignano di Franco Basaglia (psichiatra e neurologo innovatore del ‘900), fece costruire La Real Casa dei Matti, intendendo curare i malati di mente con il sorriso e la musica, in accordo con la Regina. Dedicò altrettanta cura all’insegnamento giovanile e salvò dalla decadenza il Conservatorio di musica. Il suo impegno fu determinante anche nel salvataggio e nella ricomposizione delle metope di Selinunte, che nel 1823 stavano per essere trafugate.
Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo, 1844.
Pietro Pisani è citato anche da Alexandre Dumas che, da Parigi, ne conosceva il valore. Il versatile autore francese, noto per aver scritto centinaia di romanzi storici e d'avventura, consolidò il successo con I tre moschettieri e il Conte di Montecristo. Le vicende di Edmond Dantès, perseguitato dai suoi nemici e poi aiutato dalla fortuna, affascinano e tengono con il fiato sospeso. Dumas amava l’Italia e sognava di partecipare alla sua liberazione. Conobbe e stimò Giuseppe Garibaldi che, in cambio, gli affidò la tutela dell’arte a Napoli e la redazione del Giornale L’Indipendente con sede in via Chiatamone, nel quartiere di Santa Lucia.
Enzo Striano, Il resto di niente, 1986.
L’autore racconta il momento storico di ribellione nel Regno di Napoli nel 1799. Alcuni intellettuali tentarono di realizzare la repubblica partenopea sull’onda della Rivoluzione francese. Centrale è la figura di Eleonora de Fonseca Pimentel, colta letterata e giornalista. Il nome del romanzo nasce da una sua frase: “di questi famosi poeti forse qualcosa resterà, fra cent’anni, duecento nel 1983, meus Deus! Ma di me? Nada de nada. Il resto di niente.” Perderà la vita sul patibolo con i suoi amici e compagni di fede intellettuale. Tra i numerosi personaggi storici citati troviamo Re Ferdinando IV di Borbone e la regina Maria Carolina, il Visconte Horatio Nelson e l’amante lady Emma Hamilton, il Duca Ammiraglio Francesco Caracciolo, che, dopo la morte per mano del boia, riposa nella chiesa Santa Maria alla Catena di Santa Lucia. Durante la rivoluzione il re Borbone riparò a Palermo nella Palazzina cinese.
Gaspare Palermo, Guida Istruttiva a Palermo e i suoi dintorni, 1858
L’autore avverte che in alcune regioni d’Italia e in Francia il viaggiatore trova itinerari stampati per conoscere i pregi cittadini e osservarli. Quindi si era messo al lavoro con l’obiettivo di far conoscere rarità e bellezze al viaggiatore. Inoltre informa e istruisce il cittadino sul proprio Paese. Poiché la città di Palermo è divisa in quattro parti, l'autore descrive tutta la città in quattro giornate. Quindi Porta Felice, Cassaro, Strada Nuova, le mura, le porte e le adiacenze, i dintorni, le campagne, le ville, le casine.
Tavole accessorie completano gli itinerari